La Nuova Sardegna

Nuoro

Sant’Espedito torna dopo cinquant’anni

di Tito Giuseppe Tola

Sindia, la statua era finita nell’ultimo piano della canonica Recuperata da quattro amiche e restaurata da Elio Pulli

17 aprile 2016
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SINDIA. Il culto di quel santo dal nome strano era finito in soffitta assieme alla statua. Per una serie di coincidenze al limite dell’incredibile, la festa di sant’Espedito ritorna a Sindia assieme alla statua restaurata che per più di 50 anni è rimasta nella soffitta della canonica e che l’iniziativa di quattro amiche e l’abilità di Elio Pulli, artista e maestro del restauro di Tramariglio, ha consentito di recuperare. Protagoniste della storia quattro amiche coetanee di Sindia nate nel 1964 e la statua di sant’Espedito che, nello stesso anno, era stata tolta dalla chiesa e messa in soffitta dal parroco perché troppo malandata (mancava anche un braccio). Tra l’altro le avevano anche cambiato nome e passava per essere san Giorgio e come tale era venerata e portata in processione. Di sant’Espedito, invece, si era persa la memoria. La signora Nadia Salis, una delle quattro amiche, racconta come sono andate le cose. Un anno fa si trovava a Roma. Mentre era nei pressi di San Pietro riceve la telefonata di una delle quattro coetanee che le chiede di comprarle delle immaginette di sant’Espedito. Da poco aveva scoperto il nome di questo santo patrono delle cause urgenti. Niente di più facile dato che nei negozietti tra San Pietro e Borgo Pio i “santini” non mancano. Di quel santo dal nome strano, però, nessuno sapeva niente. «Quando chiedevo l’immaginetta di sant’Espedito – racconta Nadia Salis –, mi guardavano perplessi. In un negozio alla fine ho trovato una statuina, che ho comprato e fatto benedire da un sacerdote che ho incontrato nella piazza della basilica». Probabilmente era l’unica disponibile dato che quando giorni dopo ne ha chiesto un’altra, le hanno riposto che non ne avevano più. A settembre va a Lourdes e nei negozi di souvenir e oggettistica sacra trova statue di sant’Espedito di tutte le dimensioni. Un mese fa, mentre tiene una lezione di catechismo ai ragazzini, il parroco don Niola li invita a pregare sant’Espedito perché li aiuti a non rimandare le cose da fare subito. Nel gruppo c’è anche il figlio della signora Salis, che racconta alla mamma la storia del parroco. Sant’Espedito, il cui nome sconosciuto inizia a ricorrere un po’ spesso, incuriosisce la donna che chiede notizie a don Niola. A quel punto spunta la statua malandata che per più di 50 anni è rimasta in soffitta. Le quattro amiche decidono di restaurarla a loro spese. Spunta il nome di Elio Pulli e si pongono il problema del costo. Intanto si sparge la voce della statua ritrovata e da restaurare. Nasce una rete spontanea e arrivano le offerte senza chiedere nulla. «Il maestro Pulli – racconta Nadia Salis – ha fatto un lavoro stupendo. Ci ha detto subito che quella statua avrebbe fatto un gran bene al paese. Durante il restauro è stato molto male, ma si è ripreso e ci ha consegnato la statua restaurata alla data stabilita». Sotto il piedistallo della statua c’erano i pezzi di un vecchio biglietto. «Lo abbiamo ricomposto – conclude la signora Salis –, c’era scritto Milano, dove c’è una statua uguale, 1964, che è la nostra data di nascita, 4 e noi siamo in quattro, e Salis, che il mio cognome. Coincidenze incredibili anche queste».

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