La Nuova Sardegna

Caso esodati: 15mila edili senza pensione

L’allarme dei sindacati: i lavoratori che hanno superato i 60 anni sono tagliati da futuri impieghi, ma senza contributi

25 novembre 2016
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SASSARI. Sono pronti a scendere in piazza. Lunedì 28 novembre, a Cagliari, un esercito di lavoratori troppo giovani per andare in pensione ma troppo vecchi per trovare un’altra collocazione lavorativa, manifesterà tutte le perplessità di chi si trova costretto a fare i conti con un futuro che si annuncia particolarmente complicato.

La storia della difficile situazione che vivono gli addetti al settore edile della Sardegna racconta la preoccupazione di 15mila operai che si sono trovati senza un impiego alla soglia dei sessant’anni, un’anagrafica terra di nessuno che non offre alcuna garanzia.

Ecco perché i lavoratori edili chiederanno l’ attuazione integrale dell'accordo firmato il 28 settembre tra il Governo e le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil. Per garantire il sostegno necessario alle richieste dei lavoratori anche le segreterie regionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil terranno un’assemblea aperta a cui parteciperanno i dirigenti e i delegati delle tre sigle sindacali. La manifestazione si svolgerà a Cagliari, nell’area dell'hotel Holiday Inn, lunedì 28 novembre dalle 9.30.

All’assemblea parteciperanno oltre 150 delegati del settore edile che raggiungeranno il capoluogo da tutti i territori della Sardegna. La scaletta degli interventi prevede le parole dei segretari generali della Cgil, Michele Carrus, della Cisl, Ignazio Ganga, e della Uil, Francesca Ticca. L’ultimo, secondo la scaletta, sarà Franco Turri, segretario generale della Filca Cisl nazionale a cui è stato riservato il compito di chiudere i lavori di una giornata di protesta che potrebbe paralizzare il settore edile dell’isola.

Infatti, sono circa 15mila i lavoratori che hanno raggiunto i 60 anni di età ma che non potranno accedere alla pensione perché non hanno raggiunto i requisiti contributivi previsti dalla riforma voluta dall’ex ministro Fornero. Una tra le fasce di lavoratori maggiormente penalizzata per colpa della difficile ricollocazione nel mondo del lavoro perché troppo anziani ma, allo stesso tempo, troppo giovani per ottenere la pensione.

I sindacati di categoria, in linea con le rivendicazioni nazionali, chiederanno ai parlamentari sardi (invitati a partecipare alla manifestazione del 28) che si adoperino alla Camera e al Senato per trasformare in legge l'intesa di settembre, un accordo che indica in modo chiaro il percorso introducendo l'Ape Agevolata che, però, al momento è uno strumento che prevede l'erogazione di un’indennità monetaria sino a un tetto di 1500 euro lordi a patto che i lavoratori abbiano un’età anagrafica pari o superiore ai 63 anni e almeno 30 anni di contributi. Un’ indennità che potrebbe essere erogata sino al raggiungimento dell'età della pensione di vecchiaia, e quindi sino ai 66 anni e sette mesi d'età. Ai parlamentari verrà chiesto il sostegno necessario per confermare l’impegno espresso nell'intesa di settembre a proposito dei “lavori gravosi” con l'estensione al lavoro edile dei criteri previdenziali per i lavori usuranti e delle condizioni previste per l’Ape social con una modifica delle condizioni minime: 20 anni di contributi e l'innalzamento dell'importo lordo sino a 1700 euro. (c.z.)

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