La Nuova Sardegna

Alluvione, nuova raffica di indagati per i tre morti di Monte Pinu

Giampiero Cocco
Alluvione, nuova raffica di indagati per i tre morti di Monte Pinu

La Procura mette sotto accusa collaudatori, tecnici e addetti alla manutenzione. Il tratto della Sp 38 Olbia-Tempio resta sotto sequestro: ancora troppi pericoli - SCARICA L'EDIZIONE AGGIORNATA DELL'EBOOK - SPECIALE ALLUVIONE - TUTTE LE FOTO - TUTTI I VIDEO

11 gennaio 2014
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TEMPIO. La prima delle tre inchieste aperte sull’alluvione che ha colpito la Gallura il 18 novembre scorso viaggia come un Frecciarossa, e a breve sarà chiusa. Si tratta dell’indagine sulla voragine di Monte Pinu, la provinciale numero 38 il cui crollo ha causato la morte di tre persone e il ferimento di una quarta. Il sostituto procuratore della Repubblica Riccardo Rossi, titolare dell’inchiesta, ha sul suo tavolo le conclusioni dei consulenti che hanno fatto individuare al magistrato le responsabilità penale sull’accaduto, che andranno imputate al progettista della strada (un ingegnere gallurese), alla società che l’ha realizzata, la “Impresa di costruzioni ing. Alessandro Rossi srl” di Roma il cui amministratore, Claudio Rossi, è stato uno dei primi personaggi a finire sotto inchiesta con l’iscrizione sul registro degli indagati per disastro colposo e omicidio plurimo colposo. Un’accusa, questa, che sarà estesa a giorni anche ai collaudatori dell’opera (due pool di tecnici nominati dalle Province, quella di Sassari e quella, ormai cancellata, di Olbia Tempio) e i responsabili provinciali del settore tecnico, gli addetti alla manutenzione ordinaria e straordinaria della strada.

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