La Nuova Sardegna

«Vi racconto “Macelleria Equitalia”»

«Vi racconto “Macelleria Equitalia”»

Incontro a Sassari (dove vive), con Giuseppe Cristaldi, l’autore del libro

07 marzo 2013
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SASSARI. «Si chiude ogni via d’uscita negli zeri di una cifra di cui sei debitore. Zero, come il corrispettivo delle tonnellate di merce venduta. Zero, come quello che vedi nelle gigantesca Q di Equitalia». C’è l’Italia della crisi in “Macelleria Equitalia” (Lupo Editore), l’ultima prova di Giuseppe Cristaldi, scrittore salentino trapiantato a Sassari. Dopo “Nefrhotel – mi hanno venduto un rene”, il giovane autore torna in libreria con cinque racconti, cinque drammi esistenziali introdotti da una nota di Michele Placido che raccontano un mondo disarmato fatto di operai, imprenditori agricoli, gente semplice che per non avere pagato le tasse si ritrova a far fronte alle cartelle esattoriali di Equitalia. Una realtà che Giuseppe Cristaldi sceglie di raccontare dall’interno: lo scrittore riduce la distanza e dà voce a uomini e donne stretti in una spirale senza uscita, come su una nave che affonda. «Queste persone sono avviluppate da questo tribolare, da un concatenarsi di catastrofi , qui lo Stato è a una distanza incommensurabile – spiega l’autore - non esiste, o meglio c’è nella misura in cui estromette l’individuo, nell’azione dell’estromissione più che nell’inclusione. Io ho voluto descrivere questo processo nell’intimo, tradurlo anche attraverso l’uso idiomatico del dialetto. Noi parliamo di pignoramento come se fosse una qualsiasi procedura. Invece bisognerebbe provare a mettersi all’interno di un’abitazione che sta per subire un pignoramento: ogni cosa a cui tieni viene portata via, c’è la decomposizione del passato». “Macelleria Equitalia” è l’analisi di un sistema che costringe le persone all’esclusione violenta dallo Stato. Un atto di accusa e di denuncia, coraggioso sin dal titolo. In un meccanismo di riscossione dei tributi spietatamente efficiente, gli individui non sono più persone ma carne da macello. «Lo Stato non consente neanche di capire perché si è arrivati a questo, in una percezione distorta – sottolinea Cristaldi - tu non sei un povero cristo a cui è stato tolto tutto. Tu sei un evasore fiscale, bollato. Ma tra evasore e malcapitato, che non è riuscito a pagare per una serie di eventi, la differenza è tanta». Tornano anche in “Macelleria Equitalia” le tematiche sociali e l’esigenza di impegno civile costanti nella produzione di Cristaldi, da “Storia di un metonomo capovolto” – ambientato nel mondo operaio della Messina degli anni Ottanta – a “Belli di Papillon” con prefazione di Teresa De Sio, fino al docudrama “Un rumore di gabbiani. Orazione per i martiri dei petrolchimici” con un cameo filmico di Franco Battiato e prefazione di Caparezza, e “Nefrhotel”, sul traffico di organi in India e Nepal. «Una delle prossime storie che vorrei raccontare è legata alle condotte dell’acquedotto pugliese, costruite in epoca fascista e fatte di amianto».

Anche in Sardegna, dove si è trasferito da qualche mese perché la sua compagna è sarda, lo scrittore sente che c’è tanto da raccontare: «Dai sardi sto imparando molto, qui c’è più volontà di capire quello che succede mentre fuori ho notato una sterilizzazione maggiore». «E poi - conclude lo scrittore - avrei tanto voluto conoscere Sergio Atzeni. Lo considero tra i miei più grandi maestri, insieme a William Faulkner, Fabrizio De Andrè e Salvatore Niffoi che mi sta insegnando davvero tanto»

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