La Nuova Sardegna

Riappare in Costa la Madonna travolta dall’alluvione

di Luca Rojch
Riappare in Costa la Madonna travolta dall’alluvione

Il mare ha portato da Montalto a Porto Cervo la statua benedetta dal vescovo Chenis, cittadino onorario di Borore

17 febbraio 2013
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PORTO CERVO. Per oltre un mese il giallo della Madonna arrivata dal mare ha tenuto impegnati i carabinieri. La statua di vetroresina coperta da uno strato giallo oro era apparsa all’improvviso tra gli scogli di Porto Paglia, vicino alla spiaggia del Grande Pevero. Poche decine di metri più avanti, e più in basso, nel giugno del 2012 il parroco dei vip di Porto Cervo, don Raimondo Satta, aveva fatto immergere una statua che raffigura la madonna di Stella Maris, dono dei fedeli. Il miracolo del simulacro che si è materializzato sugli scogli è durato per qualche settimana.

A trovare la statua adagiata sugli scogli un ragazzo che lavora a Porto Cervo. L’uomo ha notato la madonnina alta un metro, l’ha raccolta e l’ha consegnata al comandante della stazione dei carabinieri Giulio Brandano. Per i militari è l’inizio di un’indagine a metà tra fede e intelligence. Difficile dare un’identità al simulacro. L’unico indizio un’iscrizione sul fondo della statua. “Replica della Madonna dello Speronello Benedetta da sua eccellenza reverendissima monsignor Carlo Chenis 15 agosto 2008”. Da là i carabinieri sono partiti per capire da dove fosse arrivata la statua.

E dopo qualche settimana di ricerca, i militari sono riusciti a scoprire che la Madonna era stata travolta nell’alluvione che il 12 novembre del 2012 aveva sconvolto Montalto Marina, la frazione balneare di Montalto di Castro, nel litorale laziale. La statua vegliava sul porto di Montalto. Era issata su uno sperone di roccia all’ingresso del porto. Anche per questo i pescatori laziali hanno un rapporto intenso di devozione con la Madonna dello Speronello. La tempesta aveva strappato via la statua. Per tre mesi la statua è rimasta in balia delle onde. Le correnti l’hanno trascinata per 300 chilometri fino a farla arrivare nelle coste dell’isola.

Ma a unire la madonnina alla Sardegna è un sottile filo rosso tirato dal destino. Il vescovo di Civitavecchia che l’aveva benedetta nel 2008 era Carlo Chenis, scomparso nel 2010 e molto legato all’isola. Aveva fatto di Borore, in cui anni prima aveva celebrato i riti della settimana santa, il suo paese d’adozione. Tanto che nel centro del Marghine hanno dedicato una piazza al vescovo.

Ma c’è anche un’altro legame tra la Sardegna e Montalto di Castro. Fino al 2012, e per 10 anni, il sindaco del centro laziale era Salvatore Carai, nato a Orune, ma da anni al centro della vita politica del Comune di Montalto. Là la scomparsa del simulacro dopo l’alluvione è stata vissuta con sgomento e quasi come un cattivo presagio. Anche per questo il ritrovamento della statua ha avuto una ampia eco oltre Tirreno. La comunità di Montalto ha gridato al miracolo. La statua ha attraversato il mare, oltre 300 chilometri tra i flutti, senza subire danni. Gli urti hanno portato via un po’ di vernice, ma la statua è rimasta quasi intatta. Il parroco della chiesa di Stella Maris, don Raimondo, vuole organizzare un gemellaggio con la chiesa di Montalto di Castro, quasi a sottolineare il miracolo che ha portato la statua fino alle rive della Costa Smeralda.

La statua per ora viene custodita all’interno della caserma dei carabinieri di Porto Cervo in attesa che una delegazione arrivi dal centro laziale per riportare la Madonna a casa e riposizionarla all’ingresso del porto da cui controlla e protegge i naviganti.

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