La Nuova Sardegna

Rogo nella cappella di don Cannavera

don Ettore Cannavera
don Ettore Cannavera

Serdiana. Incendio doloso nella struttura che accoglie giovani decisi a rifarsi una vita, la cappella della comunità di don Cannavera. Don Ettore: «Ho visto il piromane, l’ho inseguito»

08 agosto 2009
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SERDIANA.Un incendio doloso ha devastato nella notte tra giovedi e venerdi la cappella multireligiosa della “Collina”, la comunità fondata nel 1995 da don Ettore Cannavera, cappellano del carcere minorile di Quartucciu e uno dei tre portavoce della tavola sarda della pace.

Il centro è stato fondato dal religioso per aiutare i giovani che hanno problemi con la legge e offrire ad essi la possibilità di vivere una vita normale in un percorso di riabilitazione.

Ad accorgersi del rogo è stato, intorno alle tre e mezza del mattino, don Cannavera che è stato svegliato dal rumore del condizionatore dell’aria.

«Mi sono affacciato alla finestra e ho intravisto di spalle - racconta il sacerdote - una persona che si allontanava in tutta fretta dalla cappella che si trova al piano terra dell’edificio. Mi sono subito precipitato fuori. Gli ho intimato di fermarsi e ho cercato di inseguirlo senza riuscire a raggiungerlo. Era molto veloce. Sono ritornato indietro e ho notato che dalla cappella usciva del fumo. Stava andando a fuoco. A quel punto ho svegliato i ragazzi e insieme siamo riusciti a spegnere le fiamme che avevano però gia ridotto in cenere tutti gli arredi e l’altare evitando così che si propagassero al resto della struttura.

Don Ettore Cannavera ha subito informato i carabinieri della stazione di Dolianova (a Serdiana i carabinieri non sono presenti) che si sono subito precipitati nella comunità che si trova a circa 3 Km dal centro abitato di Serdiana in località S’Otta.

Il primo ad arrivare è stato il comandante ad interim della stazione della cittadina del Parteolla, il maresciallo Lorenzo Pecco, poi sono arrivati nell’ordine i colleghi del nucleo operativo e il comandante della compagnia di Dolianova, il capitano Giovanni Ferrari che coordina le indagini.

I militari hanno appurato che il piromane è entrato nella cappella dopo aver forzato la porta d’ingresso. Ha cosparso di benzina il grande tappetto che ricropiva il pavimento e i cuscini e ha appiccato il fuoco. E’ quindi, come detto scappato, facendo perdere le proprie tracce. L’incendio fortunatamente non ha danneggiato, secondo un primo sopralluogo, le strutture portanti dell’edificio. Il fuoco e il fumo hanno annerito i muri. I danni non sono stati ancora quantificati. La struttura non è coperta da polizza assicurativa per atti vandalici e incendi dolosi. La notizia dell’incendio si è subito diffusa a Serdiana e in tutti i centri del circondario.
Unanime è stata la condanna. Tante persone hanno espresso la propria solidarietà a don Cannavera e ai ragazzi della comunità.

Tra i primi sono stati alcuni ragazzi che sono stati ospiti della comunità negli anni passati e che oggi si sono rifatti una vita grazie anche al percorso rieducativo ideato da don Cannavera.

A metà mattinata si è recato alla collina il vice sindaco di Serdiana Antonio Pala e alcuni assessori e consiglieri comunali che hanno espresso la propria vicinanza e stigmatizzato l’atto.

Nel primo pomeriggio Don Cannavera ha presentato una querela contro ignoti per danneggiamento.

Le indagini per individuare il piromane si presentano molto difficili e sono state indirizzate in diverse direzioni.
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