La Nuova Sardegna

Oristano

Patteggerà dopo il rogo appiccato nel suo terreno

di Enrico Carta
Patteggerà dopo il rogo appiccato nel suo terreno

Uras, Simone Soru fu fermato dai carabinieri mentre si allontanava dal campo Durante le indagini è stato trovato l’accordo tra il pubblico ministero e la difesa

30 settembre 2014
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URAS. Erano i giorni più caldi dell’estate. Non tanto per la temperatura, quanto perché le fiamme andarono a divorarsi tantissimi ettari di territorio. Proprio quando le squadre antincendio concentravano la loro attenzione sul territorio di Marrubiu devastato nella zona di Sant’Anna dal rogo probabilmente scaturito dal malfunzionamento di un palo di derivazione, a pochi chilometri di distanza un altro rogo di dimensioni più limitate creò un po’ di apprensione. Tre furono gli ettari che andarono in fumo, non una grossa porzione di territorio, ma l’allarme in quei giorni era massimo.

A poca distanza dal terreno, si trovava il proprietario, Simone Soru, 33 anni e titolare di un’azienda per il recupero di materiali ferrosi. Fu fermato dai carabinieri e non negò di aver appiccato le fiamme. La ragione era quella di dare una pulitura al terreno vicino alla strada complanare che porta alla 131, dove c’erano troppe sterpaglie. Ma gli abbruciamenti in estate sono assolutamente vietati e così scattò immediatamente l’arresto, che fu poi tramutato in detenzione domiciliare.

Da allora Simone Soru non ha più lasciato la sua casa. Con tutta probabilità lo farà l’11 novembre, quando sarà di fronte al giudice per le indagini preliminari per il patteggiamento che lo vedrà protagonista. Il pubblico ministero Armando Mammone ha infatti chiuso le indagini nei termini stabiliti dalla legge per poter chiedere il rito immediato, ma prima ancora c’è stata la richiesta dell’avvocato difensore Cristina Puddu che porterà alla chiusura del caso proprio con il patteggiamento da quantificare di fronte al giudice.

Il pubblico ministero contesta l’incendio doloso con una serie di aggravanti. Per prima cosa il fatto che le fiamme siano state appiccate di notte, complicando la situazione per le squadre antincendio. I futili motivi sono invece legati al fatto che la pulizia non fosse ritenuta un atto indispensabile. Soprattutto però si contesta il fatto che l’incendio sia partito quando, nella zona, la maggior parte degli addetti dell’antincendio fosse impegnata a dominare il devastante rogo di Sant’Anna.

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