La Nuova Sardegna

Olbia

Gallura unita: giù le mani dal San Raffaele

di Giampaolo Meloni
Gallura unita: giù le mani dal San Raffaele

Sindacati e associazioni di categoria difendono l’investimento sulla struttura che impegna il Qatar e il Bambin Gesù

12 giugno 2014
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OLBIA. Fronte unito e ben saldo per salvare l’investimento sull’ex ospedale San Raffaele. «Un’occasione di sviluppo che la Sardegna non può perdere». Per la sanità, per la ricerca, per il lavoro, per l’economia. Le ragioni della coesione per le associazioni di categoria sono nella lunga sequenza di benefici che Olbia, la Gallura e l’intera isola avrebbero dall’operazione Qatar-Bambin Gesù nell’avvio della struttura sanitaria che in unica soluzione apre le prospettive sia ai servizi sanitari di qualità e alla ricerca e sia al turismo sanitario che farebbe del territorio e dell’isola un brand d’eccellenza nel mondo.

«Mentre altri si dividono, la nostra posizione netta e inequivocabile è in questo valore aggiunto dell’unità che guarda all’investimento come straordinaria opportunità per fronteggiare le difficoltà economiche complessive, sopratutto per restituire un poco di ossigeno all’occupazione sia diretta e sia indiretta», riassumo Cgil, Cisl, Confindustria Nord Sardegna, Confcommercio, Cna, Coldiretti, Agci Gallura, Confagricoltura, Confapi e altre.

La preoccupazione è il rischio che l’investimento fallisca sul nascere. Le associazioni di categoria della Gallura confidano sulla possibilità di deroga manifestata nei giorni scorsi dal sottosegretario alla Salute sui tempi per la definizione di piani sanitari. «Ma non ci fermiano alla presa di posizione. Il nostro presidio di tutela sarà determinato sino all’ultimo istante e chiediamo al presidente della Regione Francesco Pigliaru di non avere alcun tentennamento. Per noi e per l’intera Sardegna questa occasione vale quanto valse l’investimento Costa Smeralda cinquant’anni fa», rilancia il segretario confederale della Cisl gallurese Mirko Idili.

Mobilitazione sostenuta da toni aspri, quella che prende forma nel territorio, anche sulla scia delle perplessità espresse dai nove sindaci dell’Alta Gallura guidati da Tempio Pausania, che temono l’erosione dei servizi sanitari di cui dispongono ma che tuttavia vedono con favore l’operazione sul San Raffaele. «Non abbiamo nessun dubbio – osserva il segretario confederale della Cgil Fabio Spano –, l’investimento deve essere complementare e integrato con la sanità pubblica». A spingere verso l’alto l’allarme sono altre voci: «I veri nemici sono i baroni di Sassari e Cagliari – dice senza mezzi termini il dirigente sindacale –. È tempo di mettere fine alle sofferenze di questarea dell’isola, sempre con le ali tarpate dagli interessi di altri territori». Ora i conti devono tornare, sostengono le associazioni di categoria. «Siamo ben consapevoli – ribadisce il direttore di Confindustria Nord Sardegna Gian Simone Masia – che il territorio è in credito sui posti letto e paga caro questo deficit con i costi della mobilità passiva. Perciò il nostro sì all’investimento è incondizionato». Sono altrettanto convincenti per questo “Tavolo di confronto permanente” sui problermi del territorio, le aspettative sull’occupazione: «L’avvio della struttura potrà dare ossigeno alle nostre imprese, al lavoro e alla ricerca: basterebbe considerare quanto sia risibile l’investimento della Sardegna nel settore rispetto alla massa di interesse che può trascinare l’ingresso del Qatar», segnala il presidente della Cna Benedetto Fois. «L’attenzione di cui ha bisogno la Gallura – invocata dal responsabile della Federalberghi Gallura Paolo Manca, trova risposta – anche nel marketing internazionale che suscita l’avvio di questo polo d’eccellenza». Orizzonte che non verrebbe dall’eventuale interesse di una “cordata” sarda alternativa al Qatar e al Bambin Gesù, di cui si ipotizzava nelle scorse settimane. L’occhio è rivolto agli interessi che il paese del gas e l’ospedale del Vaticano trascinano con la multinazionale statunitense della tecnologia General Eletric o la conglomerata tedesca Siemens.

In questo scenario si spiega il timore che «le divisioni e le polemiche facciamo fuggire gli investitori», sintetizza Filippo Sanna, segretario dell’Agci (associazione cooperative italiane). La levata di scudi contro “i nemici” del San Raffaele non ha il retrogusto amaro della battaglia di campanile, avvertono le associazioni. «Difendiamo anche gli interessi dei territorio che hanno presìdi sanitari con meno di 60 posti letto. I servizi sanitari pubblici non si toccano, ovunque siano». Anche se il nodo dei nosocomi con disponibilità di posti letto fino a 60 sono destinati al sacrificio comunque, non a causa del San Raffaele ma perchè è la nuova geografia sanitaria prevista nel piano sanitario nazionale.In questa battaglia il fronte saldo della Gallura non resta chiuso nei perimetri provinciali: «Ognuno di noi convolgerà subito i vertici regionali delle proprie organizzazioni. Siamo al fianco del sindaco Gianni Giovannelli e saremo con lui a Cagliari se verrà confermato l’incontro con il presidente Pigiaru».

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