La Nuova Sardegna

Olbia

Stop alle demolizioni? La procura ricorre in Cassazione

Stop alle demolizioni? La procura ricorre in Cassazione

Caso La Maddalena, scontro  al tribunale di Tempio per l’abitazione abusiva costruita sul demanio che paga l’indennità alla Regione. Chiuse le inchieste su Ami Stewart e la Swarovski

04 aprile 2014
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OLBIA. La Procura della Repubblica di Tempio Pausania, guidata da Domenico Fiordalisi, non sembra intenzionata a fermarsi e, in attesa che riprenda la seconda tranche di demolizioni, ha deciso di presentare un ricorso in Cassazione contro il provvedimento del giudice Marco Contu che ha bloccato le ruspe per l'abbattimento della casa di Roberto Marche, a Li colmi, un'area demaniale inserita all'interno di una batteria militare realizzata alla fine dell'800, meta ogni anno di escursioni e visite turistiche.

Nella stessa zona un'altra abitazione, quella di Alessandro Acciaro, è stata invece rasa al suolo alcuni giorni fa dalle ruspe.

Entrambe le case, sia quella utilizzata da Acciaro che quella di Marche, sono di proprietà della Regione Sardegna perché costruite sul demanio e son divenute quindi bene pubblico.

Ieri il giudice del tribunale di Tempio, in seguito alla richiesta del legale della famiglia Marche, ha emesso un'ordinanza di sospensione dell'abbattimento. Per la magistratura inquirente, invece, anche la casa utilizzata da Marche andrebbe cancellata dal territorio perché abusiva, anche se si trova sul demanio e per la quale la famiglia paga una «indennità per l'occupazione abusiva». Anche l'ufficio legale della Regione starebbe seguendo da vicino la complicata vicenda sui beni che insistono sul suo demanio.

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