La Nuova Sardegna

Nuoro

La Camera di commercio non si arrende

La Camera di commercio non si arrende

Dopo l’incontro con il personale, la giunta ha deliberato investimenti per le aziende e per la realizzazione di un Fab.Lab.

30 luglio 2014
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NUORO. La giunta camerale ha lasciato da parte le preoccupazioni e puntato sulla concretezza. I soldi in cassa non possono restare fermi in attesa degli eventi e allora via agli investimenti e se poi arriverà davvero la chiusura, lo Stato si dovrà prendere responsabilità davvero pesanti. Perché non sarà facile spiegare i motivi per i quali dovrebbe chiudere una struttura che ha stanziato 650mila euro per interventi a favore delle imprese, da spendere entro il 2014. E, soprattutto, ha deciso di investire 500mila euro per un “Fab.Lab.” che potrà trasformare il territorio in un polo tecnologico di avanguardia e attirare altri investitori e imprese da tutto il mondo.

«Abbiamo incontrato il personale e abbiamo cercato di stemperare la tensione, anche se la preoccupazione è davvero tanta – ha spiegato Agostino Cicalò, presidente della Camera di commercio di Nuoro –. Con i dipendenti abbiamo valutato la situazione e le prospettive. Ma non abbiamo potuto fare altro, visto che il futuro non è nelle nostre mani».

Subito dopo l’incontro, al quale hanno partecipato anche i sindacati, la giunta camerale si è riunita per mettere a punto i programmi più urgenti e proseguire l’attività a favore delle aziende associate, che sono oltre 27mila tra Nuorese e Ogliastra. Una realtà importante. Così tanto che non poteva lasciare indifferenti i politici del territorio che sono subito scesi in campo per difendere un altro “pezzo” importante del Nuorese che lo Stato vorrebbe smantellare.

«Da anni lanciavo avvertimenti sui pericoli che avrebbe provocato la cancellazione delle Province – ha spiegato Roberto Deriu, consigliere regionale del Pd e presidente della Provincia di Nuoro fino alla sua elezione a Cagliari –. Nuoro non è più capoluogo e quindi lo Stato taglia tutto. Questi passaggi andavano contrattati prima, ora è molto più difficile. Sono alla Regione per difendere gli interessi del Nuorese e lo farò con il massimo impegno. Ma per impedire questa ignobile ritirata dello Stato bisognerà combattere. Nuoro viveva quando esisteva una provincia e un territorio. Ora bisogna battersi per riottenere l’autonomia, che è fondamentale. I tagli sono falsi miti – ha concluso Roberto Deriu – perché è l’accentramento su Cagliari che produrrà sprechi».

«Questo comportamento dello Stato è ingeneroso e insopportabile contro un territorio vulnerabile e sofferente – ha sottolineato il consigliere regionale dei Riformatori, Luigi Crisponi –. Viene colpita la struttura governata dagli operatori del territorio: un’operazione di slealtà nei confronti della provincia più povera d’Italia. Questo spolpamento da parte dello Stato – ha concluso – e il conseguente accentramento nel sud della Sardegna non può continuare».

«La chiusura è intollerabile – ha detto senza troppi giri di parole Daniela Forma, consigliere regionale del Pd –. Siamo in difficoltà anche noi davanti a questo inconcepibile arretramento dello Stato».

«Ancora una volta – ha spiegato il capogruppo regionale di Forza Italia, Pietro Pittalis – viene calato dall’alto un provvedimento all’insegna della desertificazione economica ed amministrativa del Nuorese. Un chiaro esempio delle malcelate pulsioni centraliste dell’esecutivo nazionale. Bisogna intervenire affinché vengano apportate profonde modifiche che garantiscano le specificità territoriali, prevedendo livelli di autonomia organizzativa differenziati e idonei a garantire efficienza, qualità e servizi adeguati alle esigenze dei vari territori».

«Stiamo cercando di bloccare questa smobilitazione – ha sottolineato il deputato nuorese del Pd, Giuseppe Luigi Cucca – che è uno smacco per il territorio. Stiamo battendoci per spiegare che la Sardegna non è soltanto il sud, ma ovunque ci sono attività imprenditoriali e realtà di prestigio». (plp)

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