La Nuova Sardegna

Elvis Presley è vivo e abita a Ortacesus 

di Alessandro Marongiu
Elvis Presley è vivo e abita a Ortacesus 

In edicola il romanzo “Dopotutto” del collettivo Elias Mandreu

17 giugno 2017
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Elvis Presley è vivo e abita a Ortacesus, dove si fa chiamare, e non potrebbe essere altrimenti, Efis. I perché e i percome li diremo tra poco, ma ora lasciamo momentaneamente la Trexenta e spostiamoci a Mud Creek, in Texas. Anche lì, come in Sardegna, c’è infatti un tale che dice di essere il re del rock ‘n’ roll: solo che questo divide con un altro anziano come lui una stanza in una casa di riposo, da quando, stanco degli eccessi derivanti dalla fama, ha scambiato la sua vita con quella di un perfetto sosia, e per un po’ ha sbarcato il lunario interpretando il suo imitatore. Cioè, alla fine di uno strambo cortocircuito, essendo (o facendo) sé stesso in pubblico. Poi, una sera, una rovinosa caduta dal palco lo costringe al ritiro: da lì all’ospizio il passo è breve.

Vecchio, solo e con problemi di erezione, Elvis sente che oramai la sua esistenza non ha più senso, ma ecco che una minaccia dal passato che lo costringe a un conclusivo alito di vitalità: una mummia egizia affamata di anime mette in pericolo lui e gli altri ospiti della struttura e The Pelvis, con l’aiuto di un amico che sostiene di essere JFK (niente di troppo strano visto il contesto, non fosse che il suddetto amico è di colore), inizia una battaglia all’ultimo sangue che farà di lui ciò che ha sempre desiderato: un eroe. Quella che incontriamo nella folle pellicola «Bubba-Ho Tep» di Don Coscarelli, tratta da un racconto di Joe R. Lansdale, è una delle tante variazioni di fantasia sul tema “personaggio famoso che simula la propria morte per rifarsi una vita altrove in tranquillità”, tema che, con un’inventiva senza freni inibitori e in maniera del tutto personale, Elias Mandreu declina in «Dopotutto», in edicola con La Nuova Sardegna per la collana “Maestri sardi del giallo”.

Torniamo allora in Trexenta. Qui, tra Fraus e Ortacesus, si muove in cerca di risposte Andrea Ghironi, praticante legale senza un soldo e con poche prospettive professionali. I quesiti glieli ha sollevati un incontro drammatico: quello con la trentenne francese Marie, rinvenuta moribonda in una scarpata del Gennargentu dentro la sua macchina, che prima di spirare ha fatto giusto in tempo a dargli un articolo di quotidiano di ventiquattro anni prima che riporta un accadimento insolito avvenuto giustappunto a Fraus. Che, sarà un caso?, è il paese d’origine di papà Ghironi. Andrea legge e scopre così che, durante la festa dell’Assunta del 1984, il sindaco Lilliu venne colto da malore e cadde al suolo. Al risveglio non parlava più l’italiano, non più il sardo, ma solo il francese: e bene, benissimo, come fosse la sua lingua madre. L’eco del bizzarro episodio si spense qualche tempo dopo e tutto rientrò nella normalità.

C’è un però: lo sventurato Lilliu, come rivela ad Andrea lo zio Giacinto restituendolo al presente, è morto pochi giorni prima che lui soccorresse inutilmente Marie. Un altro caso? A questo punto, Andrea mette in fila i fatti: si è imbattuto poco distante da casa sua in una giovane donna straniera ferita a morte, la quale gli ha consegnato la vecchia pagina di un quotidiano sardo che parla del lontano paese da cui proviene uno dei suoi genitori, e il protagonista della pagina in questione è deceduto da neanche due settimane.

Troppe coincidenze, perché si possano considerare delle coincidenze. Con la scusa di una visita ai parenti, Andrea trasloca temporaneamente a Fraus per vederci chiaro, e comincia a indagare e a fare domande: allo zio Giacinto, a Don Tarcisio, all’Elvis della vicina Ortacesus. Che sostiene di essere l’Elvis Presley vero, e che gli racconta una storia che ha dell’incredibile: negli anni Settanta, nel pieno della fase discendente della sua carriera, avrebbe assunto una droga dagli imprevedibili effetti collaterali, capace nientemeno che di trasferire la mente di una persona nel corpo di un’altra. La sua l’avrebbe trasferita dagli Stati Uniti alla Sardegna, da Memphis a Fraus, al posto di un qualunque Efis della zona. È la stessa cosa che sarebbe successa al sindaco Lilliu in quella sera del 1984. Sulle prime Andrea non prende certo sul serio le parole di Elvis/Efis, ma piano piano i riscontri si sommano e brandelli di verità si compongono sotto ai suoi occhi: esiste una sostanza, la psicocronina, nata da una sperimentazione in laboratorio, che è sì una cura efficace per ogni forma di cancro, ma che ha la proprietà indesiderata di trasportare la mente di chi la assume in un altro tempo e in un altro luogo. E c’è qualcosa in Sardegna, forse nel dna degli isolani o forse nel sottosuolo, che agisce da catalizzatore per le menti in fuga dal corpo di appartenenza. La posta in gioco è insomma altissima, conclude un Andrea per cui, tra maneggi dell’industria farmaceutica e false identità, stanno per arrivare grossi guai. E un colpo di scena che il lettore scoprirà solo all’ultima riga.

«Dopotutto», secondo romanzo scritto a sei mani da Mauro Pusceddu, Andrea Pusceddu ed Eugenio Annicchiarico con il nome collettivo di Elias Mandreu, è un’opera estremamente divertente in cui, come per il film di Coscarelli, il fattore “sospensione dell’incredulità” non si pone affatto. Bisogna solo affidarsi alle sue pagine, e lasciarsi andare al viaggio.

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