La Nuova Sardegna

Le gesta di Ospitone rivivono nel romanzo di Vindice Lecis

di Giacomo Mameli
Le gesta di Ospitone rivivono nel romanzo di Vindice Lecis

Il giornalista sassarese ripercorre il mito del capo dei barbaricini nel VI secolo La figura del condottiero è raccontata dopo una ricerca storica molto accurata

08 maggio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





OLLOLAI. Adesso che Vindice Lecis ne ha ricostruito il mito in un libro tanto documentato quanto intrigante (“Hospiton”, edizioni Condaghes, pagine 286, euro 20), c’è solo da augurarsi che in Sardegna, in quella delle zone più interne, non si scateni l’eterna guerra di campanile per sapere dov’era nato e dove viveva «il barbaro più ricercato e odiato», visto che «se sentono il suo nome tremano tutti».

Perché in questa storia che ci riporta indietro di 1.500 anni, nell’isola sotto il dominio dei romani di Costantinopoli, la figura del condottiero nuragico è raccontata in ogni dettaglio da un giornalista diventato narratore storico a tutto tondo. Per il valore aggiunto che gli conferiscono queste pagine, ciascun paese sarebbe strafelice di aver in Hospiton un figlio così illustre per inorgoglire la propria anagrafe. Non solo perché papa Gregorio Magno, con suoi emissari autorevoli, fa recapitare a Hospiton una lettera di congratulazioni per aver portato in Barbagia il nome e la parola di Cristo. Non solo per le vicende della moglie Nispeni e del figlio Sardus. Non solo per personaggi come Karitti, che doveva essere la Naomi Campbel di epoca bizantina e che si fa notare nuda a bordo sorgente e perdipiù carica di poteri magici. Non solo per il duce Zabarda di Forum Traiani-Fordongianus e l’imperatore Maurizio Tiberio, per l’abate Ciriaco e il presbitero Epifanio di Cagliari, per personaggi misteriosi come Narua, Pascasio o per quel Gianuario «giudicato inetto e debole».

No, non solo per questi piccoli e grandi eroi. Per luoghi come Biora, Crysopolis, o per «le terre adagiate sulle sponde fertili del Tyrsus». Uno dei meriti di questo libro è proprio quello di aver svelato ai sardi di oggi chi è stato uno degli antenati più carismatici fra i sardi di ieri. Chi è stato uno dei costruttori del mito-Barbagia. Ecco perché sarebbe bello sapere di quale Barbagia Hospiton era originario. Chi gli poteva rilasciare la carta d’identità? La Barbagia di Ollolai, quella di Seulo (che può esibire un documento, un “congedo” custodito nei musei di Cagliari) o quella – lato noccioleti del Mandrolisai di Belvì? Vindice Lecis non erige alcun campanile. Con una ricerca archivistica degna dei migliori monaci amanuensi, l’autore porta il lettore – col linguaggio e la tecnica della cronaca – nelle vicende di uno dei periodi più controversi, ma anche esaltanti, della storia della Sardegna.

E domani pomeriggio nella sala consiliare di Ollolai, alle 18, per iniziativa del Comune, saranno l’assessore alla Cultura Maria Laura Ghisu e il sindaco Efisio Arbau a parlare di quest’opera davanti all’autore. Sono già numerose le richieste di presentazione del libro in altre località dell’isola (lunedì è stato presentato in Spagna, al circolo dei sardi di Barcellona; prossimi dibattiti da Villanova Monteleone a Quartu, da Sassari a Macomer, Olbia, Ozieri, Alghero, Oristano, Triei, Tertenia, Tortolì).

Un libro con personaggi e storie avvincenti su una figura fondamentale dell’epopea sarda, ma finora poco studiata nei dettagli. Ospitone diventerà molto popolare nelle piazze e nelle bibloteche dell’isola, sarà uno dei personaggi-chiave dei festival letterari della prossima estate, piacerà agli uditori perché le vicende sono ben narrate, come Lecis ci ha dimostrato in altri suoi lavori. Da qualche parte – campanilismi a parte – proporranno di fare Hospiton santo subito, di crearne un mito come l’Amsicora del tempo che fu o il Gigi Riva dei giorni nostri. Piacerà la figura di Assada che verso «Hospiton covava una sorte di sottile risentimento». E si domandava: «Perché il capo non mi informa dei suoi piani? Perché mi tratta come un semplice combattente?». Segreti ai quali Vindice Lecis dà luce.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative