Nuova tappa del Lirico negli Usa
“La fanciulla del West” a Charlotte. In estate concerti nei siti archeologici sardi
23 aprile 2017
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CAGLIARI. Dopo il grande successo di New York, il Teatro Lirico di Cagliari torna negli Stati Uniti per il secondo atto di un «ponte musicale» che attraversa l’Oceano. E dal Lincoln Center di Manhattan arriva a Charlotte, in North Carolina, dove oggi va in scena “La Fanciulla del West” di Giacomo Puccini. «Con il debutto della nuova coproduzione internazionale dell’opera di Puccini tra due grandi istituzioni musicali americane, l’Opera Carolina e la New York City Opera, e due importanti teatri italiani, come il Teatro Lirico di Cagliari e il Teatro del Giglio di Lucca, città natale del grande compositore, si compie il secondo atto di un progetto trilogico tra i due Paesi», ha detto con orgoglio il sovrintendente Claudio Orazi. «Solo pochi giorni fa a New York c’è stato il grande successo di critica e di pubblico de “La Campana Sommersa” di Ottorino Respighi, un’opera rara e molto bella tornata nella metropoli dopo 90 anni», ha aggiunto. Orazi ha poi sottolineato che quello de “La Fanciulla del West” è il Puccini sperimentale: «Egli stesso andò negli Stati Uniti per rigenerare la sua opera artistica alla ricerca di nuovi spunti, che lo fecero assurgere tra i cittadini americani come una vera star internazionale», ha ricordato. L’opera va in scena a Charlotte oggi e il 27 e 29 aprile. Regia, scene e costumi sono di Ivan Stefanutti, il direttore è James Meena, con orchestra e coro dell’Opera Carolina, mentre i personaggi principali sono Kristin Sampson (Minnie), Marcello Giordani (Dick Johnson), e Aleksey Bogdanov (Jack Rance). «Il terzo passaggio di questo progetto vedrà protagonista il Teatro Lirico di Cagliari – ha continuato il sovrintendente – che l’estate prossima produrrà nei siti archeologici e di rilevante interesse storico-artistico della regione Sardegna una nuova produzione de “L’ape musicale” di Lorenzo Da Ponte».
Per il sovrintendente si tratta di «un’operazione artistica di grande rilevanza, con una coproduzione che consentirà ai teatri italiani e americani di suggellare un’attività di collaborazione che potrà proseguire anche negli prossimi anni».
