La Nuova Sardegna

La parabola di un comunista dall’infanzia in Sardegna alle carceri di Mussolini

di Fabio Canessa
La parabola di un comunista dall’infanzia in Sardegna alle carceri di Mussolini

“Il mondo grande e terribile” diretto dai registi Maggioni, Perini e Perria La ricostruzione documentaria si mescola ai collaudati moduli della fiction

22 marzo 2017
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CAGLIARI. Che cosa è l’uomo? Ad aprire il film, ancor prima dei titoli di testa, è la voce di Corrado Giannetti con «la domanda prima e principale della filosofia» che riassume il punto di partenza delle riflessioni di Antonio Gramsci. Inizia così “Nel mondo grande e terribile”, lungometraggio scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria che racconta alcuni momenti della vita e parti del pensiero del grande intellettuale scomparso ottant’anni fa.

Nell’anno gramsciano, istituto dalla Giunta regionale, non poteva mancare un omaggio attraverso il cinema. Arriva grazie a un film, che da domani sarà in programmazione al cinema Odissea di Cagliari, prodotto da Tore Cubeddu e realizzato con il sostegno della Regione, della Film Commission, del comune di Cagliari (e la partecipazione di Sardegna Teatro, Istituto Gramsci della Sardegna, Casa Natale Antonio Gramsci di Ales, Cineteca Sarda, Eja Tv e Casa Museo di Antonio Gramsci di Ghilarza).

Un film dalla struttura narrativa particolare, in cui l’anima da documentario – con una sceneggiatura che riprende le parole direttamente dai “Quaderni dal carcere” e dalle “Lettere dal carcere” – si mescola alla ricostruzione da fiction e a un’impostazione a tratti di stampo teatrale, come evidenzia anche la scelta dello sguardo spesso in camera degli interpreti.

Una narrazione non tradizionale, articolata su vari livelli. C’è innanzitutto il racconto della prigionia e dell’evoluzione del percorso carcerario. All’inizio Gramsci, ben interpretato da Corrado Giannetti, è ancora forte e determinato a non farsi abbattere dalla reclusione. Allegro come dice lui stesso, perché lo “spiritello” che lo spinge a «cogliere il lato comico e caricaturale di tutte le cose è sempre attivo». Fa così tanti progetti, come studiare con metodo il russo, il tedesco, economia e storia. Un Gramsci decisamente diverso da quello della parte finale, provato fisicamente e non solo.

In carcere dialoga con un secondino sardo (Valentino Mannias) e con il compagno Gustavo Trombetti (Fausto Siddi). Va inoltre spesso a fargli visita la cognata Tatiana (Anita Kravos) e incontra anche i fantasmi della moglie Julca (Marina Bondarenko) e dell’intellettuale e rivoluzionario russo Nikolaj Bucharin (Senio Dattena).

Ma si esce anche fuori dalle mura del carcere, con i ricordi di Gramsci bambino (Lorenzo Cossu). La famiglia, la scuola e anche un episodio disumano mai dimenticato: quello di un ragazzo legato a una catena in una porcilaia che aveva visto quando a otto anni era andato a consegnare a una signora un lavoro a uncinetto della madre. Ricordi d’infanzia ai quali si aggiungono momenti della sua vita politica, gli anni di militanza politica rivoluzionaria a Torino, il lavoro nella rivista L'Ordine Nuovo.

Un viaggio di ottanta minuti nella vita di Antonio Gramsci e nelle sue riflessioni, costruito con gli scritti dal carcere che hanno segnato il pensiero politico e filosofico contemporaneo. Una rappresentazione asciutta quella diretta da Maggioni, Perrini e Perria, non facile nel suo sostenersi unicamente sulla forza delle parole del grande intellettuale e dirigente politico comunista.

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