La Nuova Sardegna

Ostia Antica, Delussu dopo la bocciatura: «Parlerà l’avvocato»

di Nino Muggianu
Ostia Antica, Delussu dopo la bocciatura: «Parlerà l’avvocato»

L’archeologo di Dorgali estromesso dalla guida del Parco La Cooperativa Ghivine: «Non l’abbiamo denunciato noi»

04 marzo 2017
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DORGALI. «Sulla vicenda parlerà il mio avvocato». Fabrizio Delussu, l’archeologo di Dorgali per ora mantiene il silenzio dopo che la sua nomina a direttore del Parco di Ostia Antica è stata annullata per presunte irregolarità riscontrate all’interno del curriculum allegato al momento della domanda. Parla invece, negando di aver fatto scattare l’indagine ma confermando i rapporti difficili con Delussu negli scorsi anni, Giampiero Cucca, vicepresidente della Cooperativa Ghivine: «Per quanto ne so, Fabrizio Delussu si è giocato il posto perché nel curriculum ha inserito delle cose che sarebbero poi risultate inesatte. Non lo diciamo noi, ma chi, al ministero dei Beni culturali, è preposto a fare i controlli».

L’arrivo a Dorgali. La storia professionale di Fabrizio Delussu a Dorgali comincia nel 2002, un anno dopo la laurea conseguita alla Sapienza di Roma, alla direzione degli scavi per il restauro del nuraghe Mannu, uno dei più importanti del territorio. Nel 2005 e nel 2006 ritorna nello stesso sito per dirigere gli scavi dell’insediamento romano rinvenuto nella zona, mentre nel 2007 svolge il dottorato di ricerca all’Università di Sassari. È nel 2006 che riceve l’incarico per la stesura del regolamento del Museo archeologico di Dorgali. Lavora in due occasioni anche nel sito archeologico di Tiscali ma ormai la sua attività si concentra a Dorgali: nel 2010 ho ricevuto l’incarico per il censimento, il rilievo e la perimetrazione dei siti archeologici del Comune di Dorgali, dal 2012 al 2016 è direttore e curatore del Museo archeologico di Dorgali. «Quando mi è stato affidato l'incarico – racconta – ho trovato il museo in stato di abbandono e ho dovuto rivedere profondamente l’allestimento e l’ordinamento, peraltro operando senza personale e senza fondi a disposizione. In questi anni abbiamo incrementato notevolmente il numero dei visitatori e il museo ha ottenuto due finanziamenti regionali con un progetto realizzato in collaborazione col Centro di restauro dei Beni culturali di Sassari».

Le polemiche interne. Quando Delussu presenta la domanda per il Parco di Ostia antica, il suo rapporto col Museo di Dorgali si è già concluso nel peggiore dei modi. La Cooperativa Ghivine lo accusa senza mezzi termini di gravi irregolarità: «Non avevamo le chiavi del museo archeologico anche se avevamo vinto la gara d’appalto – sostiene Cuccane – e non potevamo entrare poiché Delussu non consegnava le chiavi al Comune. Quando finalmente siamo riusciti a entrare, abbiamo trovato dei reperti a noi sconosciuti. Ma un reperto non può entrare nel museo senza essere stato prima visionato dal soprintendente. Abbiamo così fatto le relative segnalazioni sia al Comune sia alla Soprintendenza».

Giampiero Cucca nega però che la sua cooperativa abbia avviato l’indagine: «Abbiamo semplicemente trovato dei reperti a noi sconosciuti e li abbiamo segnalati alle istituzioni preposte perché ne fosse chiarita la provenienza. Noi abbiamo fatto esclusivamente questo, non abbiamo denunciato nessuno. Successivamente siamo stati contattati da una giornalista romana che faceva un’inchiesta. Abbiamo anche inviato una lettera, è vero, ma su richiesta del Ministero. Anche perché, a quel punto, i responsabili della situazione, formalmente, eravamo noi. E sono situazioni pesanti».

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