La Nuova Sardegna

Il cinema che racconta lavoro e migrazioni

di Sabrina Zedda
Il cinema che racconta lavoro e migrazioni

Presentata l’ottava edizione del “Carbonia film festival”, al via dal 16 ottobre con un calendario ricco di appuntamenti

29 settembre 2016
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CARBONIA. La loro prima apparizione l’hanno fatta in alcuni dei maggiori festival internazionali come Locarno, Berlinale, Sundance, Tribeca. Adesso, per cominciare il loro viaggio in Italia hanno deciso di partire da Carbonia: nel cuore del Sulcis, dove miniere e lavoro non si sposano più, ed è dalla cultura cinematografica che si vuol partire per rilanciare il territorio, otto lungometraggi e altrettanti corti provenienti dai quattro angoli del pianeta dal 12 al 16 ottobre saranno in gara per il “Carbonia film festival”. E’ l’ottava edizione per il concorso internazionale, con cadenza biennale, dedicato ai film che abbiano per tema il lavoro e le migrazioni. Ma stavolta, già nel titolo s’intravede un cambiamento: perché è la prima volta che la rassegna è chiamata “Carbonia film festival”, e non più “Mediterraneo film festival”. «Il cambiamento del nome è stata una scelta fatta per rinforzare l’idea dell’importante legame con il territorio ospitante», spiega Paolo Serra, direttore del centro servizi culturali Carbonia- Iglesias della Società umanitaria, tra gli enti organizzatori dell’evento, costato 110 mila euro, insieme a Regione, Fabbrica del cinema di Carbonia, comune di Carbonia e Società Umanitaria di Cagliari.

Saranno sei giorni intensissimi in cui cinema di qualità e (perché no?) registi con un brillante futuro davanti saranno i protagonisti di un ricco calendario d’eventi fatto anche di mostre, concerti, masterclass, appuntamenti per i più piccoli e mercatini dei migliori prodotti locali. Saranno presentati film come “El futuro perfecto” dell’argentina Nele Wohlatz, premiato al Festival di Locarno 2016 come miglior opera prima, o come “Nunca va a star solo” di Alex Anwandter, Teddy Award della Berlinale 2016. Base della manifestazione sarà piazza Roma, con il Cine-teatro che ospiterà le proiezioni, ma anche con il Festival village, una sorta di punto di ritrovo per chi vorrà raccogliersi attorno agli eventi della rassegna. Prima di entrare nel vivo del festival, una gustosa anteprima sarà offerta la sera dell’8 ottobre con l’inaugurazione (alle 18 nella Fabbrica del cinema, nell’ex miniera di Serbariu) della mostra di Angelo Liberati dal titolo “Fotogrammi dipinti”: venti opere in ognuna delle quali l’artista si rifà al mondo del cinema. Alle 20 ci si sposta nel FireOne street park, luogo di ritrovo dei più giovani, per la proiezione del docufilm di Enrico Bisi “Numero Zero: alle origini del rap italiano”, che ripercorre il fenomeno del rap in Italia dagli inizi, ricordando anche la nascita, e poi il successo, di star come Fabri Fibra, J- Ax o Neffa. La serata si chiude con “Il rosso e il nero”, un reading- concerto di Massimo Zamboni, scrittore e musicista dei CCCP e CSI, tratto dal suo libro edito da Einaudi-Supercoralli “L’eco di uno sparo”. Il 12 ottobre alle 18, nel Cine-teatro centrale, partenza ufficiale, con l’inaugurazione della mostra “Questa terra non è la mia terra”, di Lorena Canottiere, l’artista a cui è anche stata affidata la realizzazione delle locandine del festival. Si entra poi nel vivo con l’inizio delle proiezioni dei lavori in concorso: otto lungometraggi (tra documentari, film di finzione sino a film saggio) e otto corti, selezionati tra una mole di 500 lavori arrivati nei mesi scorsi.

I premi principali saranno assegnati da una giuria tutta al femminile, presieduta dalla regista Irene Dionisio. Ci sarà anche un Premio speciale per il miglior cortometraggio, che sarà attribuito da una giuria di studenti di cinema arrivati da tutta Italia. Ancora: un premio per il miglior film sul lavoro sarà attribuito dalla Camera del lavoro di Carbonia.

Di grande respiro gli eventi speciali: si passa dal reading “A Calais” di Emmanuel Carrère, che il 12 ottobre vedrà protagonisti gli attori Vinicio Marchioni (tutti lo hanno visto in “Romanzo criminale”) e Milena Mancini, all’anteprima, in programma il 15 ottobre, del primo lavoro del regista Michele Vannucci, “Il più grande sogno”, presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia nella sezione “Orizzonti”. Domenica 16 ottobre, prima del verdetto della giuria, sarà una giornata interamente dedicata alla Sardegna: sarà presentato “La mia casa e i suoi coinquilini- Il lungo viaggio di Joyce Lussu”, il documentario di Marcella Piccinini, che ripropone uno spaccato della vita di Joyce Lussu. Arriverà anche il regista Peter Marcias per un’anteprima di “Uno sguardo alla terra”, il nuovo lavoro (è ancora da ultimare) sull’opera di Fiorenzo Serra, con un focus sul suo ultimo documentario “Per un pugno di terra”. Al termine della presentazione Marcias presenterà in anteprima regionale anche il suo ultimo cortometraggio: “Il mio cane si chiama vento”. Ancora: nella stessa sera la regista Irene Dionisio proporrà il suo film “Le ultime cose”, un racconto corale sullo stare al mondo al tempo della grande diseguaglianza. Per la musica è da segnalare il concerto di Babà Sissoko e Nicodemo con Lilies on Mars. «Vogliamo fare di questi sei giorni un luogo di tutti e per tutti dove esplorare attraverso il cinema la contemporaneità», dice il direttore artistico del festival, Francesco Giai Via. «Siamo felici di sostenere questa rassegna che non ha paura d’osare» commenta l’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino. Informazioni e programma completo su: carboniafilmfest.org.

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