La Nuova Sardegna

Jazz forte e controcorrente nel segno di Frank Zappa

di Walter Porcedda

Comincia la trentunesima edizione della rassegna di Sant’Anna Arresi Una scaletta che vuole essere fedele nello spirito al grande compositore

01 settembre 2016
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SANT’ANNA ARRESI. Nel segno di Frank Zappa. Un segno forte e controcorrente per il festival di Sant'Anna Arresi che, come racconta la storia di questa rassegna giunta oggi alla sua trentunesima edizione, sceglie pure stavolta percorsi non banali per scandagliare i confini tra la musica afroamericana e le altre, dal rock all'avanguardia. Dopo aver reso tributo a personaggi sacri del pantheon jazz, da Dolphy fino all'eclettico Sun Ra, è la volta di un altro artista, geniale e scomodo quale fu il chitarrista e compositore di Baltimora, scomparso nel 1993 a Los Angeles.

Costruendo il festival che per dieci giorni, da stasera sino a domenica prossima si terrà nell'intima piazza del Nuraghe, l'associazione Punta Giara ha voluto raccogliere infatti il lascito di Butch Morris: «Zappa è stato il più grande compositore del Novecento» affermò nel 2010 il geniale inventore della “Conduction” in occasione di una sua presenza al festival sardo. Un “parrainage” così importante come quello di Morris è il miglior viatico per stilare un palinsesto che non deve sottostare ad alcuna rigidità ma al contrario respirare libertà espressiva. Parlare di Zappa, “nuovo Gershwin in salsa rock” _ dicono a Punta Giara _ è infatti sempre piuttosto complicato se si considera la sua produzione gigantesca e senza confini che ha unito generi i più disparati, dal rock alla classica, dalla dance al jazz e l'avanguardia. Ecco così una scaletta che non solo vuole omaggiare la musica del compositore americano ma essergli fedele nello spirito. Insomma, Zappa, oltre Zappa stesso. Questa è la consegna di Punta Giara ai musicisti che ha chiamato tra America ed Europa, da New York e Chicago ai luoghi dell'improvvisazione europea, artisti che meglio hanno assimilato e fatta propria l'eredità dell'autore di “Joe's garage”. E non poteva naturalmente mancare un pezzo importante di Sardegna, il coro a tenores di Bitti, messaggeri di quel canto tradizionale che Zappa ha amato.

La prima giornata (oggi alle 21) si apre con uno sperimentatore ardito come è il batterista Sean Noonan che affronterà la fatica di reiterpretare “Ionisation” di Edgar Varese, opera che influenzò Zappa. Da Chicago arriva invece la violoncellista Tomeka Reid alla guida del suo quartetto. Noonan torna l'indomani con una “Zappanation” (preceduto dall'esibizione del coro di Bitti “Remunnu e Locu”), opera rock per nove musicisti sulle orme di Varese e Zappa.

Dichiara di ispirarsi alla Big Band di Duke Ellington, Daniel Glatzel alla guida sabato, del formidabile ensemble di diciasette elementi, proveniente da Berlino. Andromeda Mega Express è una orchestra poderosa e di forte affiatamento che spazia dal jazz improvvisato al rock fino all'avanguardia più radicale. Ad aprire la serata un pianista di valore come Matthew Shipp con un recital in onore del sassofonista Davide S. Ware, uno degli ultimi profeti del free cresciuti alla scuola coltraniana.

Sfugge a qualsiasi classificazione la formazione dei Rubatong proveniente da una delle terre più prolifiche dell'improvvisazione europea, l'Olanda. Il quartetto è formato da quattro personalità assai differenti, ciascuna con un passato diverso. A cominciare dal bassista Luc Ex, con un passato di musicista punk, Tatiana Koleva percussionista di scuola classica e contemporanea, il chitarrista Renè van Barneveld, appassionato di blues, rock e rap e infine il vocalist Han Buhrs, ardito sperimentatore vocale. I Rubatong presenteranno la produzione “Zappa's umbrella”. A seguire altro progetto ad hoc “Zappa's speech project” del chitarrista Andrea Massaria e il suo ottetto. Impossibile perdere l'appuntamento di lunedì 5, dove è atteso il ritorno del geniale trombettista Bob Mazurek che in Solar Sound si esibirà con il pianista, complice di molte avventure Greg Burk, e il performer, teatrante e musicista Michele Sambin autore di pittura digitale. Completano la formazione il contrabbassista Marc Abrahms e il batterista Enzo Carpentieri. Prima di loro ci sarà l'insolito trio Lok 03 con due pianisti e un dj. Poco da scherzare anche il 6 con l'esibizione del Serenus Zeitblom Oktett di Berlino, special guest la sassofonista Ingrid Laubrok e poi il miglior trio d'avanguardia jazz formato da Peter Brotzmann, sax e clarinetto, William Parker al basso e Hamid Drake, percussioni.

Il meglio della scena tra Norvegia e Svezia si trova nel Megalodon Collective che apre la sera del 7, chiusa dal Full Blast di Brotzmann, special guest Heather Leigh. Grande jazz anche l'8 (con Nate Vooley e William Parker) e il 9 (solo del pianista Cooper Moore e il Mats Gustafsson's Nu ensemble). Chiusura alla grande il 10 con il Summit quartet e l'opera “Direction Zappa” con il sestetto di Daniele Sepe e la partecipazione di Dean Bowman e Hamid Drake.

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