La Nuova Sardegna

Le donne sono meravigliose Le foto di Garry Winogrand

di Paolo Curreli

In mostra al Man il celebre reportage del padre della street photography La bellezza dell’universo femminile colto sul palcoscenico della vita quotidiana

25 agosto 2016
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INVIATO A NUORO. Il Man di Nuoro continua nella sua proposta legata alla street photography presentando “Women are beautiful”, a cura di Lola Garrido, lavoro storico di Garry Winogrand, uno dei padri della fotografia di strada.

Uno sguardo sulla società americana, colta nelle sue abitudini senza una trama o costruzione, attraverso un bulimico lavoro fotografico. E in questo la mostra del Man si ricollega alla precedente esposizione dedicata a Vivian Maier. A differenza della Maier Winogrand è un professionista ben inserito nell’epoca d’oro dell’industria editoriale. Un ragazzo dei quartieri popolari che conosce la vita di strada e che si specializza nella fotografia grazie al servizio militare per poi laurearsi alla Columbia University nel 1948 e collaborare come free lance per le testate di Los Angeles e New York.

Le donne meravigliose di Garry sono colte con naturalezza lungo le strade urbane: uno scatto istantaneo attraverso l’ottica grandangolare, strumento che viene perfezionato in quegli anni e che diventa subito il prediletto nel fotoreportage, un’ottica che precipita lo sguardo all’interno dell’immagine anche attraverso un’impaginazione vertiginosa fatta di linee diagonali e orizzonti inclinati. Un obiettivo veloce, che permette una messa a fuoco immediata, per immagini che il fotografo, – come si deduce dai suoi provini –, decide di stampare a pieno formato senza escludere nessun particolare. La scena e i suoi elementi non sono più contorno ma indizi preziosi da cui la bellezza femminile prorompe con tutta la sua carica gioiosa e libertaria. Il Man propone le immagini del libro cult edito nel 1975 che raccolse le foto scattate tra la fine dei ’60 e l’inizio dei ’70. Non furono poche le critiche verso il lavoro di Winongrand da parte del movimento femminista, ma lo sguardo di oggi non coglie nessuna mercificazione del corpo femminile, operazione a cui viene invece asservito dai media e dalla società dei consumi proprio in quegli anni. Sembra piuttosto un gesto di ammirazione e rispetto per una donna che diviene consapevole della sua forza nel mondo, anche attraverso l’affermazione di sé stessa. Per capire meglio lo spirito di Winogrand bisogna tornare indietro per ritrovare il corpo femminile nell’immaginario americano, che influenzò nel dopoguerra la quasi totalità di quello mondiale.

Le “wonderful women” degli anni ’40 e ’50 sono le pin up di Vargas e quelle della “nose art” dipinte sui bombardieri, un corpo immaginifico tanto prorompente, tra seni e giro vita, che abbandona la naturalità per arrivare al limite del simbolico. Un corpo che si materializza dal disegno in quello in carne e ossa di Betty Page, ma che rimane prigioniero del feticismo dove l’oggetto, – lingerie, tacchi e frustini, – è il vero obiettivo del desiderio. Oppure il meraviglioso corpo di Marilyn Monroe, velato dai foulard e ritratto a pochi giorni dalla morte, dallo sguardo innamorato di Bert Stern: corpo mitico perché inarrivabile, esattamente come quello estetizzante delle dive negli scatti di Cecil Beaton. È una foresta intricata creata non dalle donne ma, piuttosto, dall’idea, dalla paura e dal desiderio che i maschi hanno del loro corpo. Un altro parallelo e contrario sul lavoro di Winogrand lo si può cercare nell’opera di Diane Arbus – fotografa e amica di Garry, autore anche del famoso ritratto di Diane con la fotocamera in mano e la rosa in bocca al Central Park di New York nel 1969–. La Arbus esplora con la stessa costanza il corpo, ma ricercando un universo speculare e marginale fatto di “diversi” e “freak”, emarginati dall’atmosfera di bellezza e fiducia nel futuro della società americana.

Garry Winogrand percorre le strade della città probabilmente impegnato nel suo lavoro, ma predisposto a uno sguardo rapace sulla bellezza femminile che si incontra ogni giorno. Corpi veri e naturali, molto prima della chirurgia plastica, vestiti in maniera creativa nell’epoca in cui ogni cosa cambia e ognuno è lo stilista di se stesso. Seni rotondi, corpi e linee morbide che citano la sfericità delle architetture urbane. Sguardi sfuggenti di ragazze abituate a essere ammirate, diretti in camera in una sfida senza paura con l’universo. Donne che appaiono – in queste 85 stampe originali in mostra a Nuoro – le avanguardie di un mondo giovane e gioioso sullo sfondo dell’universo grigio e maschile dell’establishment. «Non so se queste ragazze siano belle, ma sono sicuro che quando le ho fotografate per me erano bellissime», la frase di Garry Winogrand è la perfetta didascalia della mostra.

La mostra al Man è visitabile fino al 9 ottobre, il biglietto di 5 euro permette di visitare anche le altre mostre proposte. Con un sovrapprezzo di un euro si può accedere anche al poco distante Museo Ciusa che propone importanti opere del ’900.

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