La Nuova Sardegna

Il Premio Strega compie settant’anni

Il Premio Strega compie settant’anni

Ieri mattina un convegno a Roma con studiosi, scrittori, giornalisti e cineasti

16 giugno 2016
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ROMA. È tempo di guardarsi allo specchio per il Premio Strega che, nel suo settantesimo anno di vita, rilegge la propria storia per scoprirne la funzione svolta nella cultura italiana: ieri mattina si è svolto al Goethe Institut di Roma il convegno «Un premio che nessuno ha ancora immaginato», che la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci ha voluto così intitolare in omaggio alla frase pronunciata anni fa proprio dalla fondatrice dello Strega.

Dove si sono depositate le tante storie che dal Premio sono passate e quale influenza hanno avuto nell'immaginario collettivo? Quanto lo Strega ha contribuito a costituire un canone della narrativa contemporanea, e come si sono evoluti la lingua e il mercato italiani? Sono queste alcune delle questioni su cui studiosi, scrittori, giornalisti e cineasti si sono interrogati nel corso della mattinata di ieri, fornendo analisi e riflessioni, sempre tenendo lo sguardo rivolto alla gloriosa memoria del premio ma senza mai perdere le strette connessioni con il nostro presente sociale e letterario. Le polemiche sulle pagine culturali dei giornali, il totonomi sui finalisti, le accuse di strapotere alle case editrici e la competizione tra gli scrittori, fino alla tradizionale bevuta del liquore da parte del vincitore la sera della finale: oggi come ieri lo Strega, presieduto da Tullio De Mauro, è senza dubbio un premio «evento», che ha mescolato stili e generi, fondendo la cultura alta a quella bassa, e nella cui storia sono passati nomi grandissimi (spesso perdenti) accanto ad altri decisamente più modesti.

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