La Nuova Sardegna

In mostra a Roma la rivoluzione di Banksy

In mostra a Roma la rivoluzione di Banksy

Da oggi a Palazzo Cipolla per la prima volta in un museo italiano il genio irriverente della street art

24 maggio 2016
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ROMA. Spiazzante, irridente, provocatorio, sempre illuminante, il genio di Banksy è al centro di una grande mostra, la prima in Italia, allestita da oggi al 4 settembre negli spazi di Palazzo Cipolla. Esposte circa 150 opere dell’artista protagonista assoluto della Street Art, la cui identità resta misteriosa, nonostante approfondite ricerche e identikit, mentre continuano le sue incursioni sui muri delle metropoli, per svelare l’inganno sottaciuto di una società che si racconta libera e pacifica. Con il titolo “Guerra Capitalismo e Libertà”, la rassegna romana affronta infatti i temi più cari a Banksy (che comunque, si legge nel comunicato, «non è associato né coinvolto in questa esposizione museale») riunendo un vasto nucleo di lavori concessi in prestito da collezionisti privati, quindi senza che nessuno sia stato sottratto alla strada. L’iniziava è stata ideata e messa a punto dalla Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo, che può vantare tra le proprie iniziative il progetto “Big City Life”, attraverso il quale è stato possibile il recupero del quartiere popolare di Tor Marancia, divenuto oggi, con numerosi interventi di street art, un luogo di culto per i visitatori di tutto il mondo. Banksy non ha un gallerista che lo rappresenti in modo esclusivo, la sua identità è stata solo ipotizzata (inglese di Bristol), continua, come ha sempre fatto dagli anni’90, a portare il suo segno, forte e penetrante, dove ci sia da mettere a nudo uno dei tanti inganni perpetrati dal sistema sociale a intere generazioni che credono di essere vissute in un lungo periodo di pace e di eguaglianza,

Banksy ricorda le guerre che non hanno mai smesso di insanguinare nazioni e interi continenti con armi prodotte nei paesi occidentali, il progressivo impoverimento dei ceti medio-bassi, lo strapotere del mercato e di un capitalismo sempre più aggressivo.

Banksy lo fa raccontare ai suoi ratti con cui ha infestato i muri di Londra, Parigi, New York, odiati e scacciati, ma «in grado – sostiene l’artista – di mettere in ginocchio intere civiltà». Essi impersonano i milioni di esseri umani trattati come derelitti dal sistema, che però hanno un grande potere distruttivo. Così come le piccole scimmie che tengono il cartello con su scritto «ridete oggi, perché un giorno saremo noi a comandare».

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