La Nuova Sardegna

L’oscuro sentimento della pedofilia

di Pasquale Porcu
L’oscuro sentimento della pedofilia

Oggi a Sassari la presentazione del libro di Annie Leclerc. Parla la traduttrice Luciana Piddiu

03 maggio 2016
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SASSARI. La pedofilia è un tema molto delicato, del quale in questi giorni si parla tanto. A questo argomento la filosofa Annie Leclerc ha dedicato: “Della Paedophilia e altri sentimenti” (Malcor D’ Editore, 109 pagine, 14 euro). In Italia il libro è stato tradotto da Luciana Piddiu (sassarese, pisana di adozione e francese di residenza) e da Giovanna Stancanelli e verrà presentato oggi alle 17 nella sala Angioy della Provincia di Sassari. Interverranno Luciana Piddiu, Elisabetta Addis e Alessandra Pigliaru.

Luciana Piddiu, chi era Annie Leclerc e perché il libro sta facendo tanto discutere?

«Perché la pedofilia rimane, checché se ne dica, un tabù, peraltro non confessato. Si fa fatica ad ammettere che c’è un problema al riguardo. Benché si viva in un’epoca che ha attraversato tutte le forme possibili di trasgressione, quest'aspetto della sessualità rimane inquietante. Quando sull’onda del Maggio 1968 prevalse la convinzione che è “vietato vietare’’, in certi ambienti di sinistra fu di fatto sdoganata la pedofilia. Non dimentichiamo che, negli anni Settanta, René Schérer pubblicò addirittura un libro “Co-ire”, che era un vero e proprio inno alla pedofilia. Il testo di Annie Leclerc esprime sotto traccia una ferma condanna di quelle posizioni ideologiche, a partire da un’esperienza dolorosa, personale, di abuso. L’autrice è una delle figure centrali del femminismo francese. Diventa famosa dopo la pubblicazione del suo libro “Parole de femme” nel 1974, coevo del più noto “Speculum” di Luce Irigaray. Le riflessioni contenute in “Parole de femme” la collocano per certi versi agli antipodi rispetto al pensiero di Simone De Beauvoir, di cui era amica fino a quel momento. In questo libro, che segna la nascita della donna come soggetto, Leclerc esalta la differenza sessuale ed elabora il concetto di “jouissance”, la gioia dell’essere donna, con tutto ciò che questo significa. Questo libro segnerà la rottura del sodalizio con Beauvoir e con Jaen Paul Sartre, cosa che comporterà la messa al bando della Leclerc da parte della sinistra. Da qui l’oblio per questa pensatrice, le cui opere sono state poco diffuse e pochissimo tradotte. In seguito Leclerc si avvicinerà al pensiero di Michel Foucault».

Lei non fa la traduttrice. Come è nata lidea della traduzione di questo libro?

«Per passione si possono fare tante cose, anche diventare traduttori. Tutto ha origine dalla lettura del testo che Nancy Huston dedica all amicizia tra lei e Annie Leclerc. Frequentavo un gruppo di lettura in lingua francese a Ferney-Voltaire (il paesino, nei pressi di Ginevra, dove mi sono trasferita nove anni fa) e la storia di questa intensa amicizia mi coinvolse al punto da volerne sapere di più. La curiosità mi ha condotto sulle orme dei suoi libri. Insieme con Giovanna Stancanelli, un'amica che frequentava lo stesso gruppo di lettura, abbiamo acquistato tutti i testi della Leclerc. In cinque donne, per un anno circa, abbiamo discusso di questo libro, che a suo tempo uscì postumo. La traduzione è venuta come conseguenza naturale di questo lavoro. Ciò che trovo appassionante nel testo di Leclerc è la capacità dell’autrice di riflettere in maniera profonda a partire dal corpo. Il suo è un pensiero filosofico non disincarnato e astratto, bensì vivo, concreto, materiale».

La pedofilia e in generale i temi che riguardano le figure più deboli della società (gli anziani, i portatori di handicap etc.) soprattutto quando si parla di sessualità forse hanno bisogno di essere metabolizzati meglio...

«Il movimento femminista è stato una delle rivoluzioni più importanti che hanno attraversato il XX secolo. Con esso nasce la donna come soggetto politico: milioni di donne trovano le parole per dirsi, per citare il titolo di un testo famoso di Maria Cardinal. Non accettano più di essere dette o categorizzate da pensatori, filosofi e intellettuali uomini. Certamente, nello sforzo incredibile di venire all’esistenza, le donne hanno lasciato ai margini quelle figure (bambini, anziani, malati ecc.) che, non a caso, con grande visionarietà Annie Leclerc pose, fin da subito, al centro della sua riflessione filosofica, in questo anticipando i tempi».

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