La Nuova Sardegna

L’arte di Manu Invisibile non è reato

Paolo Curreli
L’arte di Manu Invisibile non è reato

La Cassazione ha assolto l’artista sardo della street art per un graffito su un muro di Milano

07 aprile 2016
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CAGLIARI. La Cassazione ha confermato il proscioglimento «per la particolare tenuità del fatto» del writer sardo “Manu invisible’ per aver dipinto un piccolo murale nei pressi della stazione milanese di Lambrate, il 20 giugno 2011. Con questo verdetto la Seconda sezione penale della Suprema corte ha respinto il ricorso con il quale la procura di Milano contestava la scarsa rilevanza penale del comportamento del “graffitaro” che in primo grado, il 17 gennaio 2014, era stato assolto completamente. In appello, invece, i magistrati riformarono “in peggio” per l’imputato la sentenza assolvendolo solo grazie alla legge che ha “depenalizzato” gli illeciti meno gravi. Stamani il giovane writer, che vuole che il suo nome sia tutelato dalla privacy, era in Cassazione insieme al suo avvocato Giuseppe Quaglia. La Cassazione, pur non dando il via libera alla libera manifestazione della grafic art sui muri delle città, ha però dichiarato “inammissibile” il ricorso del Pm di Milano come richiesto anche dalla procura della Suprema corte.

Manu ha avuto importanti commissioni pubbliche e private, ma la sua formazione di writer “clandestino” continua ad ispirare anche le sue creazioni di oggi. Risponde da un’impalcatura mentre dipinge un muro a San Sperate col collega Giorgio JE. «Sono onorato che il mio caso sia diventato un simbolo, e contento del fatto che anche nelle aule giudiziarie la creazione artistica venga presa nella giusta considerazione – dice l’artista sardo– . Quella sera ho fatto un lavoro gratuito, pieno di spirito positivo, che mi ha spinto ad abbellire una zona degradata. E sono felice che quello spirito positivo non mi abbia ancora abbandonato». Sempre di più la street art diventa protagonista del panorama delle arti visive contemporanee, qualche settimana fa l’artista Blu ha cancellato i suoi lavori sui muri di Bologna in polemica con i curatori di una mostra che intendeva staccarli dalle pareti per esporli in un museo. «Condivido in pieno l’azione di Blu – dichiara Manu Invisibile–, e anche la strategia di marketing che sottende, il mercato dovrebbe dialogare con gli artisti. Anche se la ricerca dell’espressione più pura è quella più appetibile da mercanti e musei, proprio perché è la più fresca e romantica, molto più di quella commissionata». Anche Manu come i suoi colleghi, Bansky tra i più celebri, ha scelto l’anonimato. «Preferisco che parlino le opere piuttosto che la biografia di un artista. Beethoven viene ricordato per le sue creazioni non certo perché era sordo».

 

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