La Nuova Sardegna

ROMA. Dopo “Il caso Spotlight”, storia da Oscar del team del Boston Globe che smascherò la pedofilia nella Chiesa, arriva un altro film sul giornalismo d'inchiesta, con il valore aggiunto di non avere un happy end finale e di raccontare anche un'epoca di passaggio del giornalismo.

“Truth”, già titolo di apertura della 10/a edizione della Festa del cinema di Roma e ora in sala dal 17 marzo con Lucky Red, vede James Vanderbilt, sceneggiatore al suo esordio alla regia, alle prese con le vicende del caso “Rathergate”, sui presunti favoritismi ricevuti da George W. Bush per andare alla Guardia Nazionale anziché in Vietnam. La pellicola si ispira in tutto e per tutto al libro “Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power”, scritto dalla giornalista e produttrice televisiva Mary Mapes (interpretata da Cate Blanchett), una donna che per anni ha lavorato alla trasmissione della CBS “60 minutes”, al fianco del noto anchorman Dan Rather (Robert Redford). Il film racconta appunto di questa inchiesta giornalistica emersa nel 2004, a due mesi dalle elezioni presidenziali americane, che divenne in breve tempo una debacle per la Cbs e provocò le dimissioni di Rather e il licenziamento di Mapes. Difficile capire, anche perché il film si mantiene in equilibrio, se ci fu allora un reale difetto nelle fonti raccolte dallo staff giornalistico o pesò piuttosto la politica nel mettere a tacere uno scandalo che avrebbe compromesso la rielezione per il secondo mandato di George W. Bush. «Sul caso c'è una molteplicità di opinioni - ha detto a Roma James Vanderbildt. Volevo rappresentare tutte le opinioni, tanti punti di vista. In questo senso siamo stati attenti a non inventare nulla, anche se siamo ovviamente partiti dal libro della Mapes».