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Un naufragio doloroso adesso bisogna ripartire

Un naufragio doloroso adesso bisogna ripartire

La società sembra intenzionata ad andare avanti nonostante la delusione Il ripescaggio è difficile ma la dirigenza presenterà comunque la domanda

09 maggio 2017
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SASSARI

A 24 ore dalla conclusione del campionato la delusione è pesante. In casa Torres nessuno sia era fatto troppe illusioni ma la speranza si acciuffare - magari in zona Cesarini – un posto per i playout era tanta. La vittoria del Muravera a Ostia ha messo fine ai sogni dei rossoblù che dicono addio al campionato di serie D nel modo peggiore. A caldo, dopo la partita con l’Avezzano, Salvatore Sechi si è limitato a esprimere il disappunto della società per la retrocessione in Eccellenza, lasciando però la porta aperta sul proseguimento di un’avventura cominciata lo scorso dicembre e portata avanti - con coraggio - tra mille difficoltà. Ieri la stessa volontà è stata ribadita da Vittorio Tossi. «Stiamo cercando di metabolizzare la delusione – ha spiegato il direttore sportivo rossoblù – ma lo facciamo sapendo di avere la coscienza a posto. Abbiamo fatto il possibile per raddrizzare una stagione che era cominciata malissimo e che rischiava di concludersi con una fallimento pesante. Abbiamo ereditato una società con i bilanci devastati dalla gestione di Domenico Capitani e di Daniele Piraino e una squadra a pezzi, che era arrivata a un passo dal fare la fine del Foligno. Abbiamo provato a metterci una pezza ma ci siamo mossi in un mercato praticamente chiuso e con un budget molto limitato. Forse, come ha ammesso anche Salvatore Sechi, abbiamo commesso qualche errore, ma per salvare la stagione ci sarebbe voluto un miracolo».

Anche per Tossi il campionato non si è deciso domenica ma col pareggio di Città di Castello e la sconfitta casalinga col Flaminia di quindici giorni fa. «E’ inutile recriminare sulla vittoria del Muravera e sullo scarso impegno dell’Ostia Mara. Noi sapevamo di dover battere il Città di Castello e ripeterci in casa col Flaminia. Il nostro campionato si è deciso lì».

Per il ds alla squadra è mancata una prima punta ed è mancata, soprattutto, l’anima. «In una situazione delicata come la nostra c’era un solo modo per sopperire alle lacune tecniche: giocare con una cattiveria agonistica e una rabbia che non ho visto quasi mai». La colpa? «Credo che alla squadra sia mancato un vero capitano. Un giocatore capace di farsi sentire dai compagni e dagli avversari. E’ vero che con l’arrivo di Alessandro Frau e di Tore Pinna le cose sono migliorate ma ci sarebbe servito qualcosa di più».

E il futuro? Anche Tossi preferisce non sbilanciarsi anche se la voglia di andare avanti e di non gettare la spugna è evidente. «Ieri ci siamo incontrati per la volta dopo la retrocessione – racconta –. Il malumore è ancora molto forte, ma in questi mesi abbiamo lavorato bene e credo non sia giusto buttare la spugna così. Tra l’altro io non voglio credere che la porta del ripescaggio sia chiusa in maniera definitiva. Penso che la “nuova Torres” abbia qualche carta da giocarsi e vogliamo provarci. Lo merita il blasone rossoblù e lo meritano i tifosi che ci sono sempre stati vicini». (a.l.)

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