La Nuova Sardegna

Sport

«Il razzismo si combatte con la cultura»

di Giampaolo Meloni
«Il razzismo si combatte con la cultura»

Il ministro Lotti ha confermato che incontrerà Muntari e applaude al progetto del nuovo stadio del Cagliari

05 maggio 2017
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INVIATO A CALANGIANUS. Lo sport è innanzitutto un campo nel quale si pratica la crescita civile, il rispetto per gli altri, la formazione culturale, l’argine formativo contro il razzismo che ancora si avverte nelle manifestazioni sportive.Evviva allora la nascita delle palestre nelle scuole elementari (come ieri a Calangianus, inaugurata proprio da lui) ma anche la costruzione di uno stadio nuovo come il Sant’Elia. Luca Lotti, ministro dello Sport, ricorda che i fondi Cipe destinati ai progetti finanziati con la sua prima delibera quando tre anni e mezzo fa divenne segretario del Comitato interministeriale, ha destinato parte dei fondi alle province e alle città capoluogo, «ma anche una parte rilevante alle arree montane, come l’Alta Gallura, o le zone degradate, in tutta Italia».

È convinto che l’equazione sport-buona scuola abbia funzionato «nel far capire l’importanza delle infrastrutture, delle palestre, sopratutto nei piccoli comuni». Da Calangianus, Luca Lotti si immerge, seppure per poche ore, in una Sardegna che vive giornate di entusiasmo per lo sport. Non solo il via al centesimo Giro d’Italia oggi da Alghero. L’altro ieri è stata fissata anche la prima pietra del nuovo stadio Sant’Elia, a Cagliari. «È un progetto che come governo stiamo seguendo da tempo, con l’amministrazione comunale e il presidente Giulini. Un’occasione importante perché tramite le infrastrutture sportive, in questo caso nel calcio, noi possiamo valorizzare ancora di più i campionati di serie A o anche gli altri. Ci vogliamo concentrare sulle infrastrutture di base, con il “Bando sport e periferie”, che per tutti gli sport prevede finanziamenti per gli impianti di base. Insomma – osserva il ministro Lotti – un’occasione per testimoniare come dalla costruzione dei campi di calcio, dei palazzetti o delle piste di atletica si possa valorizzare economicamente un territorio e far fare anche un poco di attività sportiva ai cittadini». Il bando sport-periferie è un impegno nuovo che riprende l’esperienza passata dei cento milioni che verrà rifinanziato con lo stesso importo.

Lo sport non è fatto solo di stelle che brillano. Ci sono anche zone meno illuminate da successi, aree di sofferenza: le piccole società costrette a chiudere i battenti non solo per la carenza di impianti ma anche per la mancanza di finziamenti. «Il bando – risponde Lotti – è proprio riferito a loro, a queste realtà. Anzi mi auguro che dandole una visibilità particolare tramite il ministero dello Sport, siano in tanti i Comuni ma anche le associazioni e le società sportive che possano partecipare alla realizzazione o riqualificazione di campi, impianti in aree degradate che hanno bisogno di essere rimessi a posto».

Tra una gradinata e l’altra dei campi sportivi si sentono ancora insulti razzisti. «È un grosso problema culturale, che dobbiamo affrontare da questo punto di vista, nell’educazione dei nostri ragazzi, nell’educazione allo sport e insegnare come si vive e si pratica lo sport: è rispetto dell’altro, dei valori, delle regole, è rispetto anche di chi non la pensa come noi». Non è facile. «A maggior ragione il nostro sforzo deve essere indirizzato verso un impegno per rimuovere questo problema dal punto di vista culturale. Credo che l’attenzione debba essere prevalentemente rivolta a questi aspetti. Le iniziative vanno indirizzate a questo impegno, non solo sul fronte dello sport ma anche sul piano della nostra educazione, dei nostri amministratori comunali, di coloro che insegnano lo sport ai ragazzi quando iniziano la loro attività».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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