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Con Lighty è una Dinamo più solida

di Andrea Sini
Con Lighty è una Dinamo più solida

L’ultimo arrivato si presenta con una prestazione fatta di grande concretezza e di difesa: le premesse sono ottime

03 marzo 2017
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SASSARI. Tra la paura di sostituire l’ingranaggio in un motore che sta funzionando bene e la necessità di installare un pezzo che consenta di sfruttare al massimo le potenzialità di quel motore, alla fine ha prevalso la seconda opzione. E a primo impatto il coraggio sembra essere stato premiato. Buona la prima per David Lighty, ultimo arrivo in casa Dinamo. L’esterno nato in Ohio, prelevato dall’Aquila Trento con un improvviso blitz la scorsa settimana, ha destato una buona impressione nel suo esordio con la casacca del Banco di Sardegna.

Cosa mancava. Il problema in casa Dinamo era chiaro: trovato da Natale in poi un certo equilibrio con dieci elementi, Pasquini era rimasto alle prese con il problema Josh Carter: l’ex giocatore della Montepaschi Siena, arrivato a Sassari per fare la stella (sia a livello contrattuale che, sulla carta, a livello tecnico), in questi cinque mesi ha avuto un rendimento nel complesso assolutamente insufficiente: troppo discontinuo, troppo evanescente in troppe partite, Carter nonostante la fiducia non è mai riuscito a diventare un giocatore chiave. Anzi, molto spesso, nonostante l’impegno e la serietà (mai avuto nè creato problemi nello spogliatoio) nelle partite importanti si è rivelato un completo flop, con una presenza in campo troppo “trasparente”.

Cosa c’è ora. David Ligthy è un giocatore dalle caratteristiche decisamente differenti: buona fisicità, ottima attitudine difensiva, nei 20 minuti nei quali è stato in campo mercoledì sera contro il Le Mans Sarthe, non ha fatto nessuna giocata strabiliante (per lui 6 punti con 3/4 da 2 e 0/2 da 3), ma ha dato un’impressione di solidità e di presenza in campo completamente differenti. Il ventinovenne di Cleveland non sembra un grande tiratore (le sue percentuali con Trento erano piuttosto scadenti, il 22%), ma è in grado di dare un buon contributo a livello di punti (a Trento ne segnava 13 per gara in 30,5 minuti) grazie alla sua propensione ad attaccare il ferro e al suo tiro in sospensione dalla media. In più c’è la difesa, fattore che Pasquini giudica prioritario: da questo punto di vista, considerando che il giocatore si era allenato appena tre volte con i nuovi compagni, l’impressione sulle letture è stata eccellente: non a caso Lighty è rimasto a lungo in campo durante l’ultimo quarto, quando la Dinamo ha dato il meglio. Molta sostanza e nessuna giocata strabiliante, dunque. Per come è strutturata la squadra, saper fare abbastanza bene tante cose è proprio quello che viene richiesto.

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