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Devecchi: «Orgogliosi e amareggiati»

di Andrea Sini
Devecchi: «Orgogliosi e amareggiati»

I biancoblù non nascondono una punta di delusione ma guardano avanti

20 febbraio 2017
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INVIATO A RIMINI. «Possiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto, Milano è forte, ma a noi è mancato qualcosa». La delusione scorre lenta nell’enorme atrio sul quale si affaccia lo spogliatoio del Banco di Sardegna. In casa sassarese la delusione viene superata dalla sensazione di non essere riusciti a rendere al top.

«Loro sono stati bravi perché sono forti e complessivamente hanno giocato meglio – dice Brian Sacchetti , che uscendo dal campo ha trattenuto a stento le lacrime –. Noi siamo partiti molto bene ma alla lunga siamo stati tutt’altro che perfetti. Per questo motivo la sconfitta mi rode. Abbiamo pagato lo strappo che Milano è riuscita a dare prima dell’intervallo, siamo andati sotto e ci siamo aggrappati alla partita con le unghie. E anche alla fine ci è mancato qualcosa». Il bilancio di questo weekend romagnolo è comunque positivo. «Abbiamo giocato una buona Final Eight, abbiamo vinto due partite molto complicate ma alla fine ciò che conta è arrivare sino in fondo. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto, non si può sempre vincere ma quando perdi una finale ti resta un grande amaro in bocca».

«La differenza sostanzialmente l’hanno fatta alcuni episodi – sottolinea David Bell –. qualche rimbalzo, qualche possesso costruito male. Siamo partiti molto bene e nonostante le tante difficoltà siamo rimasti sempre in partita. Ci abbiamo creduto sino all’ultimo, poi loro sono stati più bravi. È un peccato, ma non possiamo abbatterci, nè fermarci qua. La stagione va avanti».

A capitan Jack Devecchi è toccato “l’ingrato” compito di ritirare durante la premiazione la coppa destinata alla squadra perdente. «Mi avrebbe certamente fatto più piacedre sollevare l’altro trofeo, ma purtroppo stavolta non è andata come tutti noi speravamo – dice il veterano biancoblù –. È stata una partita molto difficile, abbiamo avuto un grande approccio sin dalla palla a due, ma contro squadre contro Milano devi essere al top per 40 minuti, giocare molto bene un quarto, o un quarto e mezzo, non è sufficiente. Nonostante tutto eravamo là, ci abbiamo creduto e ci abbiamo provato, con i nostri tifosi che ci hanno spinto in maniera straordinaria».

L’Armani Milano è imbattibile? «No, direi di no, anche se in questo caso sulla sua vittoria non c’è molto da dire. Io credo che con qualcosa in più saremmo riusciti a fare nostra la partita. Questa Final Eight finisce in maniera amara per noi ma non può certamente essere un punto di arrivo. Da dicembre in poi è nata la Dinamo 2.0 e dobbiamo lavorare ancora per migliorare e inseguire i nostri obiettivi. Ora c’è la Champions e non possiamo assolutamente permetterci distrazioni».

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