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Cagliari, intervista con il presidente Giulini: "Mai pensato di lasciare"

di Mario Frongia
Cagliari, intervista con il presidente Giulini: "Mai pensato di lasciare"

Il patron rossoblù a tutto campo: «Dispiace vedere le tribune del Sant'Elia semivuote. Prelazione di Cellino? Fantasie malate»

29 dicembre 2016
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CAGLIARI. Fine anno con e senza botti. Tommaso Giulini dà un'occhiata a classifica, squadra, frizioni tra giocatori, direttore sportivo e allenatore, tifosi e squalifiche. Frullando il tutto, il bilancio rimane positivo. Se poi si inquadra il percorso del Cagliari neopromosso, ci starebbe anche un brindisi. Da qui, il profilo basso, teso a smussare e ricompattare, del patron.

«I panni sporchi si lavano in casa» taglia corto il numero uno rossoblù sul tema che unisce Dessena-Sau-Rastelli-Storari-Capozucca. Insomma, polso fermo, fair play e sguardo lungo. Ma il rammarico rimane: «Il bilancio del 2016 è molto positivo, i numeri sono sotto gli occhi di tutti. Però, è un peccato aver visto pochi spettatori nelle ultime gare. Dispiace vedere lo stadio mezzo vuoto quando la squadra ha bisogno. Con le grandi è facile riempire le tribune, ma i tifosi si devono vedere sempre».

Pochi e, una frangia, anche maleducati.

«Sì. Monetine, cicche e petardi lanciati dagli spalti. Soprattutto pensando a quanto abbiamo fatto in questi tre anni per il tifo positivo contro queste cose. Evidentemente ancora non basta».

Due turni di squalifica della curva Nord e ventimila euro di multa: quanto l'amareggiano.

«I comportamenti e la presenza della tifoseria sono fondamentali quando la squadra ha bisogno. Non bisogna andare allo stadio solo quando c'è l'allenatore simpatico o la squadra che vince sempre. I tifosi non si sono comportati bene. E penso, al nuovo stadio senza barriere».

Voltiamo pagina. Da dove riparte il Cagliari con mezza salvezza in tasca a +13 dalla terzultima?

«Dal rinnovo di Barella, giunto dopo un mese di trattative. Nicolò sta con noi fino al 2021. Stiamo costruendo il Cagliari del futuro».

Ha temuto le avance di Juve, Milan, Inter e Sassuolo?

«No. Lo richiedono in tanti e darebbero tanti soldi. Ma noi vogliamo valorizzare i nostri giovani e speriamo che quelli che sono a Olbia, in B e in altri campionati facciano il loro percorso e tornino al Cagliari».

Barella, nazionale dal cuore sardo. Qual è l'auspicio?

«Sono sicuro che un giorno giocherà le coppe europee faremo di tutto perche possa farlo con la nostra maglia. Nicolò ha grandi caratteristiche».

Presidente, torniamo all'ultimo periodo. Intanto, ha mai pensato davvero di lasciare il Cagliari?

«No, qualche vostro collega furbacchione ha male interpretato le mie parole sul fatto di andarmene. Il rinnovo di Barella smentisce tutto. Vogliamo costruire una squadra che sia il riflesso di un'isola passionale».

Può chiarire: Massimo Cellino ha il diritto di prelazione su una vendita ipotetica del club?

«L'ho letta anch'io da qualche parte ma è un falso, opera di una mente guasta. La vittoria con il Sassuolo ha riportato serenità nell'ambiente, unica medicina per combattere queste fesserie».

Ha pensato che la squadra volesse far fuori l’allenatore Massimo Rastelli?

«Mai. Come ha detto Dessena, se avessero voluto esonerare l'allenatore non avrebbero vinto contro il Sassuolo. Sul 1-3 la gara sembrava compromessa e invece il gruppo ha dimostrato di amare maglia del Cagliari».

Storari a gennaio rimane o va via?

«Preferirei non rispondere a domande ne su di lui, ne su Dessena e Sau. Ho già detto che i panni sporchi si lavano in casa. Nelle ultime settimane abbiamo avuto altri due problemi gravi, altri ragazzi sono stati multati ma la notizia non è uscita. Il gruppo è sano e unito e non lascia trapelare nulla».

Riapre il mercato, quali sono gli obiettivi?

«Intanto, vi anticipo che Davide di Gennaro non va via. Abbiamo deciso di puntare su di lui perche ci crediamo e vorremmo tenerlo almeno fino a fine stagione. Ha qualità difficili da trovare in A. A giugno ci guarderemo negli occhi e decideremo se proseguire. Per il resto, faremo solo aggiustamenti. Giannetti difficilmente si muove».

Quali sono i momenti up e down del 2016?

«A Bari, senza dubbio. E poi con il Sassuolo, giovedì scorso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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