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Savanovic e Johnson Odom: «Pensiamo già allo Szolnoki»

dall’inviato
Savanovic e Johnson Odom: «Pensiamo già allo Szolnoki»

DESIO. «Novanta punti subiti sono davvero troppi. Non siamo mica in Nba». Darius Johnson Odom scuote la testa e prova ad analizzare a fondo la netta sconfitta subita in casa della Red October Cantù....

25 ottobre 2016
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DESIO. «Novanta punti subiti sono davvero troppi. Non siamo mica in Nba». Darius Johnson Odom scuote la testa e prova ad analizzare a fondo la netta sconfitta subita in casa della Red October Cantù. «Nel primo quarto non abbiamo difeso bene, ma almeno siamo riusciti a trovare il canestro con buona continuità, anche senza fare cose stellari. Dopo l’intervallo non siamo più riusciti a tenerli – dice la combo guard cresciuta a Marquette University –, in attacco abbiamo trovato troppe difficoltà e non c’è stato più niente da fare».

In un match in cui la Dinamo partiva già da un gap vicino a canestro, forse sarebbe servito un contributo migliore da parte degli esterni. «Abbiamo perso e quindi significa che sarebbe servito un qualcosa in più da parte di tutti – dice secco Johnson Odom –, c’è chi ha giocato bene o meno bene, ma di solito si perde quando non funziona qualcosa a livello di squadra. Il tabù trasferte? Non scherziamo, questa era soltanto la seconda partita giocata fuori casa, la stagione è lunghissima e avremo modo di rifarci. Ora pensiamo alla partita di coppa senza stare troppo a recriminare».

«Sì, è inutile stare troppo a tormentarci per questa sconfitta – gli fa eco Dusko Savanovic –. Abbiamo subito una lezione dalla quale tenere a mente molte cose, ma Cantù ha giocato un’ottima partita e noi non altrettanto. Non voglio neppure parlare delle assenze, siamo stati in partita a lungo ma poi ci siamo come spenti».

A dare il colpo di grazia a una Dinamo che provava a rientrare in partita sono stati il quarto fallo e il successivo fallo tecnico fischiati all’ala serba, che si è dovuta congedare suo malgrado dal match già nella parte finale del terzo quarto. Era evitabile? «Sì, il fallo tecnico è sempre evitabile e mi dispiace per la squadra. Però una cosa la voglio dire, ed è la stessa cosa che ho detto all’arbitro a fine gara: io sono un giocatore “anziano”, gioco da una vita, mi vuoi dare la possibilità di alzare il dito e parlare tranquillamente con te dopo un fischio? Non mi sembra di avere dato in escandescenze, volevo solo spiegarmi con l’arbitro. Comunque il discorso è chiuso. Ora – conclude l’ex giocatore del Bayern Monaco – vogliamo vincere in Ungheria, un successo a Szolnok ci darebbe una grande spinta in Champions, e non solo». (a.si.)

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