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Bufera inglese. Cellino: mai violato regole

Bufera inglese. Cellino: mai violato regole

Il nome dell’ex presidente del Cagliari nell’inchiesta sulle tangenti in Premier: le frasi registrate. Il Leeds: nulla d’illecito

30 settembre 2016
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LONDRA. Non solo l’ex ct Allardyce. Nel trappolone organizzato dai cronisti del Telegraph sono finiti altri otto tra dirigenti e patron di società inglesi. E tra i gli otto il nome più conosciuto - almeno in Sardegna - è quello di Massimo Cellino. Il presidente del Leeds United sarebbe caduto nella stessa trappola che è costata ad Allardyce il posto da commissario tecnico della nazionale dei Tre Leoni: i reporter del quotidiano inglese si sono finti addetti ai lavori per farsi dire come bypassare le regole della Football Association che vietano il possesso dei cartellini dei giocatori a persone terze rispetto alle società tesserate alla Fa. Nel video dei meeting con i falsi procuratori Cellino avrebbe dato suggerimenti su come si possano aggirare le regole. «Le norme non possono essere violate – avrebbe detto l’ex presidente rossoblù secondo una ricostruzione fatta dalla Gazzetta dello Sport – ma la società fittizia acquista il venti per cento delle azioni del mio club e avrà così diritto al venti per cento della vendita dei giocatori». Nel corso dell’incontro organizzato in un locale della capitale inglese frequentato da procuratori e dirigenti di squadre sportive Cellino va oltre, definendo il calcio «una faccenda molto, molto sporca».

L’inchiesta del Telegraph non è stata commentata dall’ex patron del Cagliari mentre il Leeds ha diffiso una nota per replicare alle accuse. Il club fa sapere di essere stato contattato prima della pubblicazione dell’articolo e del filmato, dal quotidiano per avere un commento sulla vicenda ma di fronte alla richiesta di una trascrizione delle parole di Cellino ed eventuali file audio e video il Telegraph « si è rifiutato di fornire qualsiasi informazione». A questo punto, «visionato solo oggi il materiale» il club ritiene che «in nessun momento, nel video, Cellino ha suggerito come aggirare le regole della Football Association sulle Tpo. «Anzi, ha fatto una proposta appropriata, coerente con le norme della Fa per cui gli unici soggetti autorizzati a trarre benefici dalla proprietà di un calciatore sono le stesse società. Se un’azienda investe in un club, accetta i potenziali profitti ma anche i rischi di perdita, come è normale che sia. Questo non è un consiglio su come aggirare le regole, piuttosto un’accurata seppur concisa spiegazione di come operare all’interno delle regole ed entrare effettivamente dentro il club». L’ex presidente rossoblù dal canto suo ha fatto sapere che non intende fare ulteriori commenti su questa «non-storia».

Intanto però in Inghilterra lo scandalo si allarga. Dopo quella di Sam Allardyce ieri è caduta la testa di Tommy Wright, vice allenatore al Barnsley in Championship. Il tecnico, arrivato nel febbraio 2015, sarebbe stato ripreso mentre accettava 5 mila sterline per convincere il suo club a ingaggiare certi giocatori e il club gli ha dato il benservito. A rischio anche Jimmy Floyd Hasselbaink, manager del Queens Park Rangers. La società inglese ha confermato di aver aperto un’indagine interna sulle accuse contro il tecnico olandese che avrebbe dato la sua disponibilità, in cambio di 55 mila sterline, a recarsi a Singapore e lavorare con un fondo che avrebbe cercato di vendere dei giocatori al club di Loftus Road. Hasselbaink, che per adesso resta al suo posto e siederà in panchina in occasione della prossima partita contro il Fulham, proclama la sua innocenza: «mi hanno offerto dei soldi per tenere un discorso a Singapore ma non ho promesso nulla in cambio. Non suggerirei mai l’acquisto di un calciatore per un vantaggio personale».

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