La Nuova Sardegna

TORINO. La panchina di Massimo Rastelli non è a rischio. La pesantre sconfitta subita dal Cagliari allo Stadium non intacca la fiducia che la società ha nell’allenatore che ha riportato il Cagliari in serie A dopo una sola stagione. Il direttore sportivo Stefano Capozucca ieri ha smentito le voci di un’idea Stefano Pioli, confermando che la società non ha mai pensato all’ex mister della Lazio. I rossoblù sono attesi da due partite consecuitive in casa (Sampdoria e Crotone) prima della sosta, gare decisive dalle quali bisognerà raccogliere il massimo per evitare di trovarsi nei guai e mettere qualcosa dentro una cassaforte quasi vuota. Due sfide nelle quali non sarà sotto esame soltanto il mister che non si è mai nascosto assumendosi in prima persona le responsabilità che gli competono, ma anche i giocatori, usciti dal match con la Juventus mortificati per il modo come è maturato il ko.

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Isterismi. Tommaso Giulini non è Maurizio Zamparini. Il presidente del Cagliari è una persona abituata a riflettere prima di assumere decisioni. Non agisce d’impeto, sa benissimo che dare il benservito al mister dopo la batosta con i campioni d’Italia sarebbe un errore di valutazione. Una scelta affrettata dopo aver ribadito solo pochi giorni fa che il timoniere rossoblù gode della stima totale da parte del club. È vero che nel calcio le cose cambiano in fretta ma problema se lo porrà solo se non dovessero arrivare punti dalle prossime due gare. Allora, con la sosta di mezzo, Rastelli sarebbe in discussione. Ma ci si augura che la squadra reagisca immediatamente e dimostri sul campo di valere molto di più dei quattro punti conquistati finora. Altrimenti la strada diventerebbe terribilmente in salita.

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L’allenatore. Ieri a fine gara la faccia di Massimo Rastelli era tutto un programma. Se avesse potuto si sarebbe sottratto volentieri alle interviste. Invece si è presentato davanti ai giornalisti e non ha cercato di arrampicarsi sugli specchi. Ha ammesso che i suoi con la testa sono rimasti negli spogliatoi. «Non abbiamo fatto nulla di quanto provato negli allenamenti - ha sottolineato -. Tutti abbiamo sbagliato, io per primo. È meglio voltare pagina e pensare alla Sampdoria». Parole che ha ripetuto quasi come un ritornello. Evidentemente nemmeno lui, a caldo, è riuscito a dare una spiegazione dei motivi che hanno fatto diventare “gattini” quelli che solo qualche giorno prima erano stati dei leoni.

I tifosi. È sufficiente fare un giro sui social per capire quale sia l’umore dopo la gara di mercoledì sera. Scremando dai giudizi senza senso e dalle volgarità che non appartengono allo sport, si capisce che molto di quell’entusiasmo che ha accompagnato questa prima fase del campionato si sta sciogliendo. Invece è proprio questo il momento di stare vicino al Cagliari. I giocatori hanno bisogno di sentire l’incoraggiamento del Sant’Elia. Lo stesso che c’è stato nella gara con l’Atalanta. Lunedì la situazione sarà la stessa di domenica scorsa, bisognerà portare a casa i tre punti. Di fronte ci sarà un avversario che non se la passa bene. La squadra di Mar co Giampaolo (ex di turno) viene da due sconfitte di fila (Milan e Bologna) e più o meno si trova nella stessa situazione dei rossoblù. Il doppio turno casalingo è una ghiotta occasione per portare la barca rossoblù in acque tranquille.

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