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INCOGNITA ROMA 2024

La morale della favola, a sipario chiuso, è che i Giochi non sono un gioco. E che il Brasile, pensando che il boom economico proseguisse, ha peccato di bulimia dopo aver già ospitato i Mondiali di...

23 agosto 2016
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La morale della favola, a sipario chiuso, è che i Giochi non sono un gioco. E che il Brasile, pensando che il boom economico proseguisse, ha peccato di bulimia dopo aver già ospitato i Mondiali di calcio 2014. Il difficile delle candidature olimpiche è soprattutto questo: è decidere ora per allora con quasi 10 anni di anticipo, sapendo che il panorama può cambiare. Il Monti del 2011 disse no a Roma 2020 per i conti pubblici; oggi abbiamo portato a casa un po’ di flessibilità in Europa, ma nessuno può dire con certezza se da qui al 2024 la ripresa economica ci farà respirare. Madrid e Boston temono di no, e hanno ritirato la loro candidatura; Parigi e Los Angeles credono di sì, ed è con loro che dovremmo vedercela il 13 settembre 2017, quando a Lima si sceglierà la città ospitante.

Ma per Roma la scadenza è molto prima, perché il 7 ottobre va consegnato il dossier più delicato: quello sul supporto (legale, economico e politico) alla candidatura, che da noi è al momento un’incognita. Restano 5 settimane, in cui Raggi dovrà vedere Renzi e Malagò; il processo è ormai piuttosto avanti - forse anche per l’eventuale referendum: i sondaggi sull’opinione pubblica vengono generalmente riservati dal Cio alla prima fase - e bisogna decidere.

Tre sono gli errori da non compiere: il primo è buttare al vento un’occasione enorme; il secondo è fare il passo più lungo della gamba; il terzo è provarci sperando di non vincere, riducendo il tutto a una questione di politica interna. Auguri.

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