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Settemila abbonati e un entusiasmo che continua a crescere

Settemila abbonati e un entusiasmo che continua a crescere

CAGLIARI. Quella strana e contagiosa sensazione che accompagna i percorsi vincenti. Meglio, se conquistati con fatica. Il Cagliari che riparte dalla A, ha dalla sua autorevolezza e simpatia. Valori...

19 agosto 2016
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CAGLIARI. Quella strana e contagiosa sensazione che accompagna i percorsi vincenti. Meglio, se conquistati con fatica. Il Cagliari che riparte dalla A, ha dalla sua autorevolezza e simpatia. Valori acquisiti sul campo, con record di gol e vittorie in una maratona infinita. Messa in bacheca la cadetteria vinta come mai nella storia quasi centenaria del club, i Rastelli boys sono attesi dal battesimo tra le migliori venti d'Italia. "Sono qui perché si gioca per una città e per un'intera regione", il mantra di Robocop Borriello.

Ecco, città e regione assieme. In un viaggio e per un obiettivo che non sarà né semplice, né scontato. In A c'è da soffrire. La società l'ha capito: la campagna acquisti e cessioni è stata perfetta per qualità, esperienza e quantità. Il campo, con il sontuoso 5-1 in coppa, ha detto la sua.

E i tifosi? Ci sono. E rispondono compatti. Frantumato il record di abbonati (si va verso le settemila tessere), un'attesa febbrile del match di “Marassi” ma, soprattutto, l'idea che con la Roma all'esordio in casa non si possa mancare. Aperta nei giorni scorsi la prevendita per Totti e soci, al Sant'Elia domenica 28, la fila ai botteghini ha poche smagliature. Facile pronosticare il sold out. La tifoseria del Cagliari è da sempre facile a distrazioni e bronci. Ma stavolta prende la rincorsa. In A senza supporter da serie A non si va lontano. Specie quando i risultati stentano, è basilare l'apporto di un pubblico passionale e consapevole della posta in palio. Il messaggio sta passando: sorti e risorti una decina di Cagliari club, da Muravera a Dolianova, Oliena e Soleminis, attenzioni sostenute al ritiro e all'arrivo dei nuovi, dibattito aperto e onesto su un gruppo tarato per dare sorrisi.

Gli oltre seimila paganti per la Spal sono un piccolo termometro. Alves, Isla e Borriello, ultimi arrivati dopo talismano Padoin, pendolino Ionita e tuttofare Pajac, garantiscono calcio di qualità. Al resto, ci pensa il gruppo storico. In regia, Massimo Rastelli: il tecnico ha stravinto i dubbi incomprensibili colti da secondo e primo in classifica con non meno 10 punti dalla terza.

Adesso, si fa sul serio. E la tifoseria è sul pezzo. La salvezza è il traguardo: da blindare tutti assieme.

Mario Frongia

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