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Sticchi Damiani: «Non faccio ricatti ma porto via il Rally dalla Sardegna»

di Marco Giordo
Sticchi Damiani: «Non faccio ricatti ma porto via il Rally dalla Sardegna»

Il presidente dell’Aci lavora già all’edizione 2017 nel Continente. La replica a Roberto Capelli: «La tappa sarda del 2015 è costata quasi 4 milioni»

16 luglio 2016
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SASSARI. Niente da fare, nessuna marcia indietro. L’Aci e il suo presidente Angelo Sticchi Damiani non fanno marcia indietro, il mondiale rally dopo 13 anni lascia la Sardegna. Inutile anche il recentissimo tentativo dei sindaci del Sassarese, guidati dal primo cittadino di Alghero Mario Bruno, di ottenere ulteriori garanzie dalla Sardegna. Anche se si trovasse il milione e mezzo richiesto dall’organizzazione per la prossima edizione, ormai è deciso: le Wrc non faranno più il bagno nella polvere degli sterrati sardi.

A Roma si sta già lavorando per il ritorno della gara iridata nella Penisola, orientamento in centro Italia. Il numero uno dell'Aci Angelo Sticchi Damiani è chiarissimo: «Per me la questione è definitivamente chiusa».

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«Per carattere non amo la polemica e soprattutto quella sulla stampa - spiega Sticchi Damiani, riferendosi alle recenti parole del senatore di Cd Roberto Capelli –. Ma non posso esimermi stavolta, nell'interesse dell'immagine di Aci e mia personale, di replicare. Vorrei ricordare che pochi giorni prima che si accendessero le luci sul Rally d'Italia, concluso con grande soddisfazione di tutti, vale a dire Fia, la Wrc Promoter, i costruttori, i team, i concorrenti, il pubblico e gli amministratori locali, l'onorevole Capelli presentava un'interrogazione al ministro Padoan per un problema che riguardava il revisore dei conti di nomina ministeriale presso l'Ac Sassari. Nonostante la risposta del ministro fosse stata chiara ed esauriente, Capelli replicava a che in ogni caso bisognava tenere sotto controllo l'Aci che nulla aveva a che fare con il problema di Ac Sassari, definendolo "ente elefantiaco con molte società dove non si rispettano le norme dettate dal governo". Non speravamo di avere un plauso da Capelli per il lavoro svolto con il Rally d'Italia in Sardegna per il 13° anno consecutivo, ma neanche di essere attaccati. Perché non c’è dubbio che si tratta di un attacco politico, anche se disordinato nell'esposizione ed errato nei contenuti».

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Poi la seconda interrogazione alla Camera. «Il 7 luglio sempre Capelli ha presentato un'altra interrogazione, fotocopia di una precedente presentata da una sua collega, a cui risponderà il ministero vigilante chiarendo, ritengo, ogni cosa. Mi domando, perché prodursi in un'interrogazione fotocopia se non per accanirsi ulteriormente sull'Aci e sul suo presidente? Io di politica probabilmente non capisco nulla come sostiene l'onorevole e sarà pure vero, ma lui come qualificherebbe questi due episodi? Capelli sostiene inoltre una cosa molto grave: che con 900.000 euro lui riuscirebbe a organizzare tre Rally d'Italia. Il che significherebbe due cose, cioè che l'Aci organizza il rally mondiale con grande spreco di denaro pubblico, oppure peggio ancora che l'Aci produce una rendicontazione delle spese utilizzando documenti falsi. Entrambe le ipotesi sono calunniose e inaccettabili perché false. Per cui chiediamo che venga effettuata da parte della Regione Sardegna, o da un ente terzo, un controllo aggiuntivo sulla congruità e legittimità della documentazione presentata dall'Aci per l'ottenimento del contributo, estendendo, ovviamente, questa indagine anche agli altri eventi motoristici che hanno goduto di sovvenzioni analoghe sull'isola».

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Ma quanto costa organizzare il rally mondiale?

«Per completezza di informazione possiamo dire che gli ultimi dati oggi disponibili, relativi alla edizione del 2015, parlano di un costo complessivo dell'evento pari a 3.808.188 euro, di cui solo i costi di iscrizione al Campionato del mondo Fia e i diritti da pagare alla Wrc Promotor ammontano a ben 608.000 euro. Ora come potrebbe organizzare il rally mondiale l'onorevole Capelli con soli 300.000 euro, se il solo costo per essere prova valida per il Campionato del Mondo Rally Fia è più del doppio»?

I sindaci stanno spingendo per ottenere il milione e mezzo richiesto dall’Aci per la prossima edizione, la Regione potrebbe adeguare l’offerta. La gara rimarrà o no in Sardegna?

«Lasciatemi dire che è inaccettabile e oltretutto offensiva la dichiarazione che mi definisce un ricattatore, perché con la minaccia di trasferire il rally altrove io posso chiedere un contributo più adeguato. Odio i ricatti perché sono lontani dalla mia mentalità e dal mio stile di vita, e non sopporto neanche l'idea di poterli fare, ma non sopporto neanche l'idea di doverli subire, e non aggiungo altro. Se poi io sia un bel personaggetto lasciamolo decidere ai sardi, che da tredici anni mi conoscono bene. Mi riservo poi a riguardo di valutare con i legali dell'Ente se tutte queste affermazioni danneggino l'immagine non tanto mia, quanto quella dell'Ente che mi onoro di presiedere. E con queste doverose precisazioni, per me la questione è definitivamente chiusa».

Uno sfogo, e una conferma. La sensazione conclusiva è dunque che, a meno di clamorose sorprese, anche sul mondiale rally in Sardegna siamo giunti ai titoli di coda, come in tante altre intraprese anche e soprattutto di carattere sportivo sviluppate nell’isola.

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