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Eder e Pellè rinati dopo una primavera vissuta in panchina

di Alessandro Bernini
Eder e Pellè rinati dopo una primavera vissuta in panchina

L’interista negli ultimi otto turni di A ha giocato una volta 90’ A Southampton il bomber azzurro non è titolare dal 9 aprile

01 luglio 2016
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INVIATO A MONTPELLIER. Forti, fortissimi, praticamente panchinari. Se Italia-Germania fosse lo specchio dei rispettivi campionati, potremmo già fare la valigia. Non molti l’hanno notato, ma l’Italia è arrivata ai quarti di finale puntando su giocatori che in serie A fanno la spola tra campo e panchina, talvolta soluzioni d’emergenza della squadra di club che ora d’improvviso si scoprono colonne portanti della nazionale.

Prendete ad esempio Mattia De Sciglio. L’uomo che ha annientato David Silva e la Spagna, nel Milan quasi non tocca campo: nel girone di ritorno ben 12 volte su 19 non si è neanche alzato dalla panchina, e spesso i suoi ingressi a San Siro sono stati accompagnati anche da ululati (ingenerosi) di perplessità.

In queste ore siamo tutti in ansia per Daniele De Rossi, considerato quasi il salvatore della patria. A parte che a aprile sembrava fuori dalle convocazioni e se non fosse stato per gli infortuni di Marchisio, Verratti e Montolivo, forse non sarebbe neanche venuto qua. Ma nella Roma quest’anno è stato tutto fuorché un titolare fisso: nelle ultime 15 partite di campionato è stato 5 volte fuori per infortunio, ma nelle 10 in cui era disponibile è rimasto 4 volte in panchina e contro l’Inter è entrato solo al 94’. Insomma, con Spalletti aveva anche perso il posto da titolare.

Non è andata meglio a Eder che qui è intoccabile ma nell’Inter è crollato nelle gerarchie di Mancini. Non è un caso che Conte lo abbia portato più per lo stratosferico girone di andata alla Samp, che non per ciò che ha fatto da gennaio in poi. Lo dicono anche i numeri. Nelle ultime 8 partite con l’Inter ha giocato solo una volta 90 minuti (l’ultima di campionato), in 2 occasioni si è visto tutta la partita dalla panchina e per 5 volte è entrato in campo nella ripresa giocando meno di mezzora. Insomma, una soluzione di ripiego di una squadra che è finita appena in Europa League.

Forse giustificato dalla elevata qualità della rosa, fatto sta che anche Thiago Motta al Paris Saint Germain è spesso tornato a casa senza fare la doccia. Nelle ultime 13 partite di campionato ha giocato l’intero match soltanto 3 volte, mentre in 3 occasioni addirittura non è stato neppure convocato da Blanc. Eppure oggi siamo qui a maledire la sua squalifica, perché sarebbe stato il sostituto ideale di De Rossi.

Già, il sostituto di De Rossi. Probabilmente sarà Stefano Sturaro, un ragazzo che è entrato in campo solo 19 volte in tutto il campionato: ma attenzione, di queste 19 bisogna considerare che solo 7 volte ha giocato tutti i 90’ mentre in ben 7 occasioni è rimasto in campo meno di mezzora.

Non va meglio al nostro bomber, Graziano Pellè. In Premier, nel Southampton, ha giocato l’ultima partita da titolare per 90’ addirittura il 9 aprile contro il Newcastle, poi per lui solo panchina o spezzoni di gara.

Ecco, forse leggendo questi dati si capisce la grandezza del lavoro di Antonio Conte. Il che però aumenta le nubi sul futuro del nostro calcio, ormai incapace addirittura di fornire alla nazionale dei giocatori quantomeno titolari in campionato.

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