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«Dobbiamo fare davvero qualcosa di straordinario»

di Alessandro Bernini
«Dobbiamo fare davvero qualcosa di straordinario»

Conte veste i panni del condottiero e chiede l’impresa: «Se usiamo la ragione perdiamo, l’ordinario non basta»

27 giugno 2016
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INVIATO A PARIGI. «Se usiamo la ragione perdiamo, l’ordinario non basta. Se vogliamo fare qualcosa di straordinario, dobbiamo andare al di là della ragione. E sono sicuro che i ragazzi lo possono fare. Io non voglio tornare a casa». Parla da condottiero Antonio Conte. “Nulla è impossibile per colui che osa” sosteneva Carlo Magno ed è al pensiero di chi creò un impero sconfinato, anche sprezzante del pericolo, che si ispira il ct alla vigilia di Italia-Spagna.

Lo fa lanciando messaggi forti, che vanno dritti al cuore. Dei suoi giocatori ma anche della Spagna, «perché loro devono stare attenti a noi, ma molto attenti».

Serve l’impresa. Partita senza un domani per tutti, soprattutto per Antonio Conte che con questo Europeo chiude l’avventura in azzurro. «Partecipare da ct ma anche da calciatore a competizioni e partite di questo genere è fantastico, straordinario. Sai che c’è un popolo dietro di te che è pronto a soffiarti alle spalle. Sicuramente è una bella vigilia, di grande emozione e responsabilità. I ragazzi stanno bene, ho grande fiducia in loro».

Ma è chiaro che serve un’impresa per costringere gli spagnoli a mangiarsi paella a casa propria già da martedì. «Niente è impossibile, altrimenti sarebbe tutto troppo semplice. Si toglierebbe il sale della vita, l'incertezza, il desiderio di lavorare per battere il più forte. Noi non siamo la vittima sacrificale. Io non voglio tornare a casa, i ragazzi non vogliono tornare a casa».

Italia di corsa e d’attacco. Ma che partita sarà? Tatticamente l’Italia ha bisogno di dare ritmo alla partita, se si mette a sedere e cade nella ragnatela del possesso palla spagnolo, non ci toglie più le gambe. «Certo, serve intensità e corsa, questo è il nostro calcio».

Ma non insistete troppo sulla forza offensiva della Spagna e su quella difensiva dell’Italia. Perché Conte non ci sta. Non è questo il filo logico della sua partita. «Sento parlare molto di difesa, del fatto che dobbiamo stare attenti a Morata, Nolito, Fabregas, Iniesta. Calma. Cerchiamo di fare in modo che anche la Spagna stia attenta a quello che facciamo noi, perché l’Italia in fase di possesso può fare male a chiunque. In fase offensiva abbiamo un impianto di organizzazione come in fase difensiva».

Negli occhi. Oggi, prima della partita, Conte chiuderà i suoi uomini dentro lo spogliatoio e dirà loro... «Dirò loro di andare in campo, giocare e combattere, in modo che si possa uscire a fine partita senza recriminazioni. Se poi l’avversario in campo si dimostra più forte, allora saremo i primi ad applaudire. Ma se ciò non dovesse accadere, voglio che a vincere siamo noi».

Il condottiero. Una squadra. Una partita senza domani. Cercando di «andare oltre la ragione».

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