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Gruppo ed esperienza ecco l’Italia di Conte

di Alessandro Bernini

Con oltre 31 anni di media l’undici azzurro è il più vecchio in campo in un Europeo: la conferma che non c’è un ricambio generazionale

15 giugno 2016
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INVIATO A MONTPELLIER. Il nostro Ct non si ispira ad Arturo Brachetti. Non è l’arte del trasformismo ad affascinarlo, le invenzioni le lascia ad altri e in questa ottica è molto lontano dal pensiero “sacchiano”.

Oggi abbiamo un’Italia con poca qualità, non ti puoi aspettare la grande giocata del singolo. Dunque esiste un solo un modo per renderla competitiva: darle un gioco di squadra, un’idea di tattica precisa, una manovra nella quale tutti sanno cosa fare. Aggressività al posto del tacco, spogliatoio al posto dell’individualità.

Ecco, la partita col Belgio è stata il trionfo del Ct. E se nell’ultima mezzora ci siamo chiusi, non c’è affatto da vergognarsi: guardate che col valore di Hazard, De Bruyn e Lukaku, ci si comprano tutti i giocatori dell’Italia. E forse avanza anche qualcosa per le spesucce.

Mai così vecchi. C’è un dato che merita un approfondimento. Coi suoi 31 anni e 169 giorni di media, quella di ieri è stata la formazione più vecchia che abbia mai calcato i campi della massima competizione europea per nazionali. Un record impressionante. Si va dai 38 anni di Buffon ai 35 di Barzagli, dai 32 di De Rossi ai 31 di Chiellini, Giaccherini e Parolo, fino ai 30 di Pellé e i 29 di Candreva, Eder e Bonucci. In pratica Darmian (26 anni) diventa il cucciolo della squadra.

Cosa significa? Le risposte sono due. 1) Conte ha scelto i suoi uomini e punta sulla loro esperienza in campo e nello spogliatoio. 2) Non esiste una nuova generazione che avanza, di giovani all’altezza non si vede neanche l’ombra.

Un po’ di turnover. È chiaro che in una competizione del genere, l’età media alta (altissima...) può provocare problemi nel lungo periodo. È fisiologico. Un 35enne ha tempi di recupero diversi da un 23enne.

Ecco perché già ieri pomeriggio Conte e i suoi collaboratori si sono messi a studiare un turnover “con criterio”. Insomma, nessuna rivoluzione, solo qualche piccolo ritocco. Possibile che contro la Svezia ci siano un paio di facce nuove (Florenzi ed El Shaarawy), per poi eventualmente allargare il turnover contro l’Irlanda sperando di avere il pass per gli ottavi già in tasca.

Rischio cartellini. Piuttosto bisognerà stare molto attenti ai cartellini. Lunedì sera ne abbiamo presi 4 gialli, di cui due pericolosi: quelli di Chiellini e Bonucci. In pratica abbiamo già due terzi della difesa in diffida, e non c’è bisogno che vi spieghiamo quanto sia fondamentale il blocco arretrato per la nostra nazionale. Una gestione anche “astuta” dei cartellini e delle eventuali squalifiche può diventare logica.

Ricordiamo che le diffide si annulleranno al completamento dei quarti di finale. In sostanza: chi viene ammonito in semifinale, non rischia di saltare la finale di Parigi.

Ecco i rosiconi. Naturalmente anche dopo una vittoria così meritata ed esaltante, abbiamo trovato qualcuno che è riuscito a criticare l’Italia. L’oscar di giornata spetta al difensore inglese Rio Ferdinand, noto randellatore di primo livello della Premier, che su twitter è riuscito a scrivere “Gli italiani fanno dei falli a cui noi inglesi neanche pensiamo. Tipo prendere un cartellino giallo per interrompere qualsiasi tipo di contrattacco". Fenomeno.

Ma d’altra parte cosa ti vuoi aspettare da uno che ha preso 3 giornate di squalifica per un tweet? Questa non la sapete? Era il 2014, giocava nel Qpr, un tifoso su twitter scrisse “dobbiamo acquistare un nuovo difensore centrale”, e lui dopo un amen rispose “Io ci metterei tua mamma”, aggiungendo anche l'ashtag “sket”, un qualcosa di molto simile a "prostituta". Eh già, signori si nasce.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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