Il traghetto stopper implacabile
Carloforte. Troppe squadre avversarie saltano le trasferte per l’alto costo del viaggio. Sos alla Regione
CARLOFORTE. I bilanci di fine stagione dello sport carlofortino, agonismo e risultati a parte, continuano a segnare un profondo rosso per quanto riguarda le trasferte nell'isola in particolare nei campionati giovanili.
Accade da anni, in particolare nel calcio, pallacanestro e pallavolo, ma anche nella vela e in altre discipline, che alcune squadre decidano di non prendere il traghetto per l’isola, per l'alto costo del viaggio. Da Carbonia a Cagliari, soprattutto quando giocano i bambini e si arriva a maggio, se in ballo non c'è la vittoria finale del campionato o un qualche risultato in palio per il quale proprio non si può fare a meno di giocare, si preferisce perdere la partita a tavolino e pagare una multa irrisoria.
Gli ultimi esempi raccontano di una mezza dozzina di partite saltate tra pulcini ed esordienti nel calcio, di una partita per il volley femminile e due, ai primi di giugno, tra under 16 e minibasket.
"Questione caro traghetti a parte, stendiamo un velo pietoso. Si tratta di rispetto per lo sport, e noi ci facciamo tutte le trasferte per onorare gli impegni", ha detto Maurizio Aste, coach e dirigente del Cgp Carloforte di basket. "Abbiamo anche dovuto rinunciare a organizzare raduni per i bambini, perchè l'alto costo della trasferta scoraggia gli ospiti a partecipare", dice Marco Boggio, responsabile dell'Oratorio Mario Ghiga. "E la partita vinta a tavolino non rallegra nessuno, in quanto si vorrebbe giocare, socializzare e permettere anche a parenti e amici di vedere i propri beniamini".
"Abbiamo investito del problema tariffe traghetti la Regione - ha precisato Renato Serra, delegato provinciale della Figc - affinchè squadre, dirigenti e accompagnatori possano pagare come i residenti, visto che una stessa società può recarsi a Carloforte più di una volta all'anno. Da quando si gioca fuori paese al Giunco, il costo totale di una trasferta a Carloforte può raggiungere i 200 euro. Troppi, in tempi di crisi".
A quanto pare, non bastano ne alcuni sconti praticati a bordo (peraltro non riguardanti dirigenti e accompagnatori), né tantomeno gli sforzi delle società isolane per limitare i disagi agli ospiti.
La palla ora è nelle mani della Regione, a cui da tempo, anche da parte del Comune, sono giunti appelli per risolvere quello che è diventato un problema sociale. In parole povere, dovrebbe stanziare nuove risorse affinchè la Delcomar (che rimanda ogni decisione alla Regione) possa applicare la tariffa residenti ai gruppi sportivi.