La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Torres

Nella carte di Palazzi i nomi di Rastelli e di Fabio Pisacane

Nella carte di Palazzi i nomi di Rastelli e di Fabio Pisacane

Il nuovo scandalo del calcioscommesse ad Avellino: il mister e il terzino del Cagliari rischiano l’omessa denuncia

25 maggio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ROMA. «Speravamo tutti di non dover parlare di calcioscommesse per l’ennesima estate». Questo il commento amaro del presidente del Coni, Giovanni Malagò, sul nuovo scandalo emerso da un’inchiesta della Procura di Napoli in meri to a due partite dell’Avellino di qualche anno fa. Inchiesta che coinvolge, come testimoni, anche i rossolù (ex Avellino) Fabio Pisacane e Massimo Rastelli. «È una notizia molto grave che ci lascia perplessi – ha spiegato il numero uno dello sport italiano –. Fermo restando la verifica dei fatti, il mondo dello sport vive di credibilità e se ci sono soggetti che lo inquinano questo è un grande problema che va risolto con comportamenti di giustizia sportiva e penale irreprensibili».

Parole chiare che danno una copertura “politica” al nuovo fascicolo giudiziario aperto dal procuratore federale Cesare Palazzi. Al momento, dal punto di vista sportivo non ci sono indagati ma solo una presa di contatti con la Procura napoletana che ha dato la sua disponibilità alla trasmissione degli atti.

Nel fascicolo, oltre al nome di Armando Izzo, giocatore intorno al quale ruota l’inchiesta, ne compaiono altri compresi quelli del difensore del Cagliari Fabio Pisacane e dell’allenatore rossoblù Massimo Rastelli. Entrambi sono stati sentiti dalla giustizia ordinaria come testimoni ed entrambi hanno negato di aver saputo di scommesse clandestine sulle due partite sospette.

Pisacane viene tirato in ballo dal pentito, Antonio Accurso. «Ci incontrammo io, Armando Izzo e Fabio Pisacane – ha raccontato ai magistrati –. Poi si unirono a noi mio fratello Umberto e un tal Gaetano Angrisano. Dopo le presentazioni, Pisacane mi disse che ci voleva conoscere, e che stava a Secondigliano perché doveva comperare abbigliamento e profumi. A questo punto presi la palla al balzo e gli proposi di combinare qualche partita». Pisacane sempre secondo Accurso rispose che aveva rinunciato a 50 mila euro ed era stato premiato dal Presidente della Fifa Blatter e che era complicato coinvolgere tutta la squadra dell’Avellino, ma che se alla fine del campionato si poteva combinare qualcosa, lo avrebbe fatto «solo per un piacere a noi della Vanella, senza nulla pretendere in cambio». Le dichiarazioni del pentito sembrano confermare l’estraneità del difensore alla presunta combine anche se Palazzi potrebbe imputare a Pisacane l’omessa denuncia. Un reato punibile Con la squalifica dai quattro a sei mesi.

Più sfumata la posizione di Rastelli, all’epoca allenatore dell’Avellino. A lui sarebbero state chieste spiegazioni sulla mancata convocazione di Francesco Millesi per le ultime partite del campionato. Secondo l’accusa il giocatore avrebbe tentato di corrompere un compagno, Mariano Arini che raccontò tutto alla società (e dunque anche a Rastelli). All’epoca se lo chiesero anche i compagni di squadra e i tifosi, ma le risposte furono vaghe.E’ vero che Millesi non è mai stato titolare fisso, ma davvero Rastelli non sapeva nulla? Se fosse provato il contrario anche lui, per la giustizia sportiva rischierebbe una condanna per omessa denuncia. Il condizionale è d’obbligo perchè, allo stato, l’allenatore non è nemmeno indagato. E l’inchiesta è tutta basata sulle dichiarazione di un pentito.

Anche Armando Izzo, salutata la nazionale, ieri è tornato sulla vicenda per negare di aver mai participato in qualche modo alla combine. «Sono assolutamente estraneo a questa vicenda – ha spiegato dai microfoni di Skysport –. Sono un giocatore di calcio, non ho mai pensato di truccare una partita».

Una difesa senza se e senza ma: «Da quando ho letto la notizia è come se stessi vivendo un incubo. In questa storia non c’entro veramente niente. Nelle due partite incriminate (Modena-Avellino e Avellino-Reggina) non c’ero neppure perchè ero infortunato. Credo nella giustizia e aspetto che chiarisca tutto».

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative