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Meo scalda i motori tra calcio e viaggi

di Andrea Sini
Meo scalda i motori tra calcio e viaggi

In attesa di iniziare la nuova avventura a Brindisi, coach Sacchetti racconta i suoi mesi lontano dalla panchina

25 maggio 2016
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SASSARI. Cantare in piedi nella curva del Liverpool, bere una birra nel pub dietro casa Diener, a Fond du Lac, togliersi parecchi sfizi e caricare al massimo le pile per la nuova avventura. Meo Sacchetti ripartirà da Brindisi, ma nel suo già enorme bagaglio poterà anche le esperienze degli ultimi mesi da “disoccupato” di lusso.

Coach Sacchetti, ma lei non era milanista?

«Certo, lo sono sempre e infatti mi becco spesso con mia moglie Olimpia che è juventina. Ma ho sempre ammirato la curva Kop del Liverpool e allora ci siamo andati insieme».

Le è piaciuto?

«Un’esperienza fantastica. Uno stadio che trasuda storia, con tifosi che cantano canzoni da brividi come “You’ll neve walk alone” o cori per la loro bandiera, Gerrard. E poi una cosa bellissima, che mi ha sorpreso: dopo l’intervallo, quando il portiere avversario è venuto verso la porta sotto di noi, è stato applaudito. Non so se succeda anche altrove, ma mi è piaciuto molto. Ma a Liverpool ho visto anche il museo dei Beatles, non potevo farmelo sfuggire...».

Visto che siamo in clima di fair play, le va di parlare della Dinamo?

«Ma certo, anche se è stato già detto tutto e il contrario di tutto e pure io ho parlato quando dovevo parlare».

A sei mesi dall’esonero, qual è oggi il suo stato d’animo?

«Sono sereno. C’è solo un po’ di rammarico perché negli anni precedenti quando c’era qualcosa che non andava si interveniva e si cambiava. Invece stavolta non è stato così».

Il presidente Sardara ha ripetuto più volte che il rapporto tra lei e la Dinamo andava chiuso a giugno.

«Beh, nessuno gliel’avrebbe impedito. Ma io avevo tre anni di contratto e non ci si poteva certo aspettare che fossi io ad porre il problema e ad andarmene».

Si dice che proverà a portare con lei a Brindisi suo figlio Brian.

«Brian sta benissimo a Sassari, ha un contratto e non credo proprio che verrà in Puglia».

Nel frattempo però la raggiungerà Massimo Maffezzoli, come assistente.

«Volevo portare anche il preparatore atletico Boccolini, ma anche lui ha costruito un suo percorso a Sassari. Maffezzoli con me ha lavorato bene, ha una visione del basket un po’ diversa dalla mia e questo all’interno di uno staff è importante. Non mi piace essere circondato solo da gente che mi da sempre ragione».

La sua idea di pallacanestro ovviamente non cambierà con la nuova società.

«Assolutamente no, il mio basket è quello che conoscete tutti. Cambiano i giocatori, ed è chiaro che andremo alla ricerca di pedine che si adattino nel migliore dei modi a questa idea di basket».

Va a Brindisi perché c’è il mare, o anche altro?

«No, c’è tanto altro, ma anche il mare non mi dispiace».

Cosa l’ha convinta ad accettare la proposta dell’Enel?

«Diverse cose, ma su tutte il fatto che mi abbiano cercato con convinzione e insistenza. Tanto interesse, non lo nego, mi ha fatto molto piacere».

La sfida con Brindisi è stata in un certo senso una saga durante la sua esperienza sassarese.

«Ci sono state sfide importanti, dalla Legadue alla coppa Italia, ai playoff scudetto. È un ambiente molto caldo, con tifosi davvero appassionati e anche una tradizione di un certo livello, con personaggi come Pentassuglia e Malagoli».

Ancora per un po’ starà in vacanza. Ha in mente altri viaggi?

«Liverpool mi è piaciuta molto ma non ho avuto tempo di andare a Manchester. Potrei farci un salto...».

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