La Nuova Sardegna

Sport

Un pareggio a Bari e il Cagliari potrà stappare lo spumante

di Roberto Muretto
Un pareggio a Bari e il Cagliari potrà stappare lo spumante

La squadra di Rastelli ha già rimandato due volte la festa Venerdì al “San Nicola” tanti i tifosi rossoblù al seguito

03 maggio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Il traguardo è lì, a portata di mano. Il Cagliari da due settimane è costretto a rimandare la festa. Un’attesa snervante che potrebbe finire venerdì a Bari. Basterà non perdere per festeggiare il ritorno in serie A. Ma anche una sconfitta, se il Trapani non vincerà a Vercelli, consentirà alla squadra di Massimo Rastelli di tirare fuori lo spumante dal frigorifero. E’ stato un peccato non esserci riusciti sabato scorso. C’erano tutte le condizioni per farlo. Due gol di vantaggio sul Livorno, notizie confortanti dagli altri campi. Poi le solite amnesie (una costante in questa stagione) hanno fatto strozzato in gola l’urlo dei tifosi.

La difesa. Non è un caso se su 42 gare giocate (coppa Italia compresa), solo in undici occasioni il Cagliari è riuscito a tenere la propria porte inviolata. Troppe disattenzioni, non tutte da attribuire al reparto. Anche il centrocampo non ha garantito la necessaria protezione, smettendo di fare filtro. Senza andare troppo lontano, l’azione del rigore concesso al Livorno è nata perchè si è creata una frattura tra i reparti. Quaranta gol incassati in 39 gare sono troppi per una squadra con individualità importanti (per la categoria) in tutti i reparti. Una riflessione che la dirigenza dovrà necessariamente fare quando sarà il momento di costruire la squadra per la prossima stagione.

Paura. In questo momento il Cagliari è una squadra impaurita. Alle prime difficoltà va nel pallone, perde lucidità e commette errori davvero banali. Per non fare salti troppo lunghi all’indietro con la memoria, basta ricordare che a Como ha avuto un calo di concentrazione perchè forse pensava di aver già archiviato la pratica. Sabato scorso, invece, l’affrettata espulsione di Munari è stata una mazzata sul piano psicologico. Alla squadra va riconosciuto che nonostante l’uomo in meno ha lottato, ci ha provato a segnare quel gol che avrebbe scatenato i festeggiamenti, ma ha la colpa di aver rianimato un avversario che ormai aveva entrambi i piedi in Lega Pro.

Piccoli passi. Il girone di ritorno del Cagliari è stato condotto a ritmi da... lumaca. Il confronto è impietoso: 46 punti nella prima fase della stagione, 28 finora nella seconda parte. Ma i numeri diventano impietosi se si analizzano le ultime sei gare al Sant’Elia. Lo score dice: tre sconfitte, una vittoria e due pareggi. Quello che una volta era un “fortino” impenetrabile, improvvisamente è diventato terreno di conquista. Se poi si restringe l’analisi, con Como, Lanciano e Livorno, le ultime tre della classifica, il Cagliari ha ottenuto tre pareggi.

Stress. Ha ragione il tecnico Rastelli quando dice che la sua squadra è sotto pressione dieci mesi. Non è facile giocare con l’obbligo di vincere sempre. E’ un fardello pesante, quasi un freno se non hai la personalità per reagire. Il Cagliari ha diversi giocatori esperti ma anche tanti giovani in squadra che non hanno ancora la corazza che gli consente di proteggersi dalle critiche e dalle situazioni complicate. Ora, però, il traguardo è a un passo. Bisogna dimenticarsi di quello che è stato e concentrarsi sulla sfida del “San Nicola”. Ci sarà il pienone e un avversario pronto a dare tutto. E’ vietato distrarsi per non rinviare ancora la festa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative