La Nuova Sardegna

Sport

«Dire Chelsea non è tabù ma potrei restare in Italia»

«Dire Chelsea non è tabù ma potrei restare in Italia»

Il ct Antonio Conte conferma l’addio alla nazionale dopo gli Europei di Francia «Non sarà una squadra senza generale perchè o lo sei sempre o non lo sei mai»

22 marzo 2016
2 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE. Un allenatore allergico alla vita da garage, alle stanze del potere e dei compromessi. Che vuole respirare l’aria fresca dei campi di allenamento, dell’erba naturale, della quotidianità da club. Antonio Conte entra nel tempio di Coverciano per una conferenza stampa affollatissima e pennella con diplomazia e una punta di orgoglio il suo futuro dopo l’addio alla Nazionale già ufficializzato nei giorni scorsi. «Mi era stato richiesto di fare chiarezza prima degli Europei - esordisce l’attuale ct azzurro - Mi sembra di averci pensato e di aver ponderato la decisone sotto tutti i punti di vista. E quando ero certo al 100%, l’ho comunicata in maniera molto serena al presidente Tavecchio, la persona che mi ha voluto qui. Sono stato un po’ combattuto prima di prenderla. Quando inizi a lavorare con un gruppo in cui ti trovi bene è difficile fermarsi e dire basta. Ho ascoltato molto il mio cuore. Tutto posso essere tranne che non trasparente e la trasparenza alla fine paga. Posso sembrare fumantino, ma ho il coraggio di guardare tutti in faccia».

Dopo gli Europei, Antonio Conte tornerà al calcio che più ama. La destinazione non è ancora ufficiale (andrà al Chelsea, ndr), le motivazioni della scelta chiare. «Non è un addio al calcio italiano dove sono cresciuto, dove ho vinto e dove mi sono tolto molte soddisfazioni - spiega Conte -, purtroppo ci sono situazioni in cui bisogna capire quando sei incudine o martello, e oggi io sono una bella incudine. Lo sono stati i miei predecessori, lo sarà il prossimo ct. Mi dispiace che in questi due anni qualsiasi cosa fatta, venisse fatta o per Antonio Conte o contro di lui. Non per la Nazionale».

«A ottobre, dopo la qualificazione agli Europei, mi aveva riempito di soddisfazione vedere un gruppo che in poco tempo riusciva a fare quello che chiedevi - ha proseguito Conte -. In quel periodo ho valutato se c’era la possibilità di rimanere. Poi sono passati altri quattro mesi ed è stata dura. Come stare in garage, dove senti il profumo delle gomme, dell’olio della macchina, ma non dell’erba».

L’esperienza azzurra di Antonio Conte si concluderà tra una manciata di mesi, il tempo di vivere l’ebrezza di Euro2016. «L’esperienza in Nazionale mi ha completato, mi ha insegnato a ottimizzare il tempo per lavorare con i ragazzi - ammette Conte -. Come mi sento in vista di Euro 2016? Mi eccita l’appuntamento di giugno, sento grande responsabilità. Non sarà un’Italia senza generale. Generale o lo sei sempre o non lo sei mai».

Due delle concorrenti per gli Europei sono proprio Spagna e Germania, prossime avversarie nell’imminente doppia sfida amichevole dei prossimi giorni. Si comincia giovedì a Udine contro gli iberici.

In Primo Piano
Politica

Sanità, la Sardegna sotto esame da parte di due ministeri: c’è anche l’ipotesi di un commissariamento

di Umberto Aime
Le nostre iniziative