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Fabio Aru stacca il biglietto per le Olimpiadi di Rio: è il primo sardo

Fabio Aru stacca il biglietto per le Olimpiadi di Rio: è il primo sardo

Ciclismo, Cassani annuncia di aver scelto i due capitani della nazionale per i Giochi 2016

19 dicembre 2015
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MILANO. L’altro ieri la premiazione dopo il referendum sugli sportivi dell’anno organizzato dalla Gazzetta dello Sport ieri un’altra bella notizia per Fabio Aru. E’ lui il primo atlesa sardo ad avere in mano il biglietto per i Giochi Olimpici del 2016. Gli è stato consegnato dal ct della nazionale azzurra del ciclismo Davide Cassani che ha già anticipato che la sua squadrà avrà due punte: Fabio Aru e Vincenzo Nibali, compagni di team anche nell'Astana. «Uniranno le forze perché questa è un'occasione importante per loro», ha detto il ct azzurro che, dopo le feste di Natale, volerà in Brasile per studiare il percorso assieme alle sue due stelle e a Malori, argento a cronometro nell'ultimo mondiale.

la scelta di anticipare i tempi è stata annunciata nel corso del tradizionale “Giro d'Onore” andato in scena nella sede milanese di Unicredit, che ha celebrato le 49 medaglie internazionali azzurre (4 più del 2014) archiviando il 2015 «in maniera piuttosto positiva» e sottolineando appunto l'argento di Malori, quello di Consonni nella gara Under 23, il Giro di Lombardia conquistato da Nibali e la Vuelta vinta da Aru. Il siciliano quest'anno dovrebbe concentrarsi sul Giro d'Italia a maggio mentre Fabio a luglio debutterà al Tour de France da capitano dell'Astana. Poi ad agosto l'appuntamento è a Rio, la terza olimpiade per Nibali, la prima per Aru.

«L'11 gennaio andremo a Rio con Malori, Aru e Nibali per vedere il percorso, che è davvero impegnativo e quindi adatto a Nibali e Aru, mentre quello del Mondiale è da velocisti, quindi saranno altri i favoriti», ha chiarito Cassani, in cui confidano il presidente federale Renato Di Rocco e quello del Coni Giovanni Malagò.

Passato «il ciclone del doping, il ciclismo italiano può presentarsi ovunque a testa alta» ha notato Di Rocco, secondo cui il movimento «esce rigenerato e rinvigorito da anni travagliati: abbiamo una generazione di giovani dal volto pulito, preparati, consapevoli e in grado di darci grandi soddisfazioni».

«Mi aspetto molto dal ciclismo a Rio, molto più di quello che è successo a Londra. La bufera è alle spalle. Sono successe tante cose legate al doping che questa federazione non meritava», ha aggiunto Malagò complimentandosi con Di Rocco per gli sforzi «sotto il profilo della sostanza e della comunicazione». Sforzi che dovrà fare anche l'atletica, alle prese con una crisi di risultati e presunti casi di doping. «Dopo Rio - ha avvertito Malagò - dovrà fare un'analisi estremamente realistica».

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