La Nuova Sardegna

Sport

In migliaia a Villacidro col Cavaliere dei 4 Mori

di Luciano Onnis
In migliaia a Villacidro col Cavaliere dei 4 Mori

Da tutta la Sardegna per partecipare a PedalAru con il vincitore della Vuelta «Andate piano» ha scherzato il campione, sul palco con la famiglia e gli amici

19 ottobre 2015
3 MINUTI DI LETTURA





VILLACIDRO. Alla grande. Villacidro ha tributato ieri al suo idolo Fabio Aru una giornata memorabile e lui, il semplice ragazzo di sempre, ha risposto gettandosi anima e cuore fra la sua gente pazza di gioia. E di gratitudine per le imprese sportive che il campione fatto in casa ha regalato al suo “Paese d’ombre”, reso luminoso come non mai.

Ma quella di ieri non è stata solo la festa dei villacidresi per il suo Cavaliere dei Quattro Mori, c’era rappresentato ogni angolo di Sardegna. I ciclo-tifosi, singolarmente o con le società di appartenenza, sono arrivati in auto e pullman per pedalare assieme a Fabio nella “PedalAru” del circuito allestito nel cuore cittadino, con la folla assiepata ai margini della strada come nel finale di una tappa in salita al Giro. Non meno di tremila persone lungo il percorso e poi nella piazza Giuseppe Dessì (più nota come piazza Lavatoio) dove poi si è svolta la parte conclusiva della manifestazione, con Fabio sul palco a ricevere premi e onorificenze.

Alla ciclopedalata per i bambinhanno partecipato in almeno 150, con il campione a pedalare fra loro senza mai mettersi in testa. Poi è stata la volta dei “grandi” (250 circa) e qui, alla partenza, Fabio ha avvisato bonariamente le prime file: “Andate piano, non fatemi fare brutte figure”. Sono stati tre giri del percorso in un crescendo di applausi dei fans scatenati: uomini e donne di tutte le età, perfino la casa di riposo di corso Repubblica era imbandierata e tutti gli ospiti fuori ad applaudire e sventolare bandierine celesti e rosse, colori della maglia della società ciclistica di Aru (l’Astana) e della Vuelta da lui recentemente vinta.

Il fuoriclasse villacidrese ha pedalato talvolta in testa, altre in mezzo al gruppone, scherzando con tutti e rispondendo con sorrisi e saluti ai suoi fan. Vederlo impugnare di tanto in tanto lo smartphone e farsi i selfie in corsa non aveva prezzo, ma bastava a ribadire la dimensione umana di questo ragazzo, davvero “uno di noi”.

Sul palco alla fine ha sospirato: “Sono stanco, mi hanno impegnato a fondo”. E giù una bordata di applausi. A seguire aneddoti della sua carriera ciclistica e premi a raffica. Medaglia d’oro dal sindaco Teresa Pani, una “berrita” confezionata da Paolo Modolo, il coltello di Pattada donato dalla società ciclistica locale, scultura in trachite di Orani raffigurante il primo posto alla Vuelta, un libro dallo scalatore Max Caria che ha piantato la bandiera dei Quattro mori sull’Himalaya (“i due più grandi scalatori d’Italia”, sono stati definiti).

Poi, sul palco dopo l’inseparabile compagno Paolo Tiralongo una parentesi familiare con la madre Antonella (il padre Alessandro non ne ha voluto sapere) e la fidanzata Valentina. Ancora applausi per tutti e l’appuntamento di Fabio ai suoi fan e alla Sardegna: “Ci vediamo qui fra un anno per PedalAru 2016”.

Con il sogno che ci siano da sventolare almeno una fra la maglia rosa e quella gialla.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative