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La Dinamo campione a caccia del bis, esordio con Cremona

di Roberto Sanna
La Dinamo campione a caccia del bis, esordio con Cremona

Al PalaSerradimigni contro la Vanoli la prima partita con lo scudetto sulle maglie

04 ottobre 2015
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SASSARI. Niente è impossibile. Ripartiamo da quel 26 giugno a Reggio Emilia, da stasera ci sarà anche uno stendardo issato sul tetto del PalaSerradimigni a celebrarlo e ricordarci che è successo davvero, e godiamoci una stagione che comunque sarà storica: quella con la Dinamo che va in giro per l’Italia con lo scudetto sul petto. Nessuno l’avrebbe mai pronosticato l’anno scorso e proprio per questo non bisogna mettersi limiti e divertirsi giorno per giorno. I conti si fanno alla fine e lo scorso anno la chiusura è arrivata all’ultimo tiro di gara7, il viaggio sarà lungo.

Chi si rivede. Si ricomincia contro la Vanoli Cremona e contro il coach Cesare Pancotto, quello al quale nel 1989 l’avvocato Dino Milia mise in mano una squadra definita “la diciassettesima della B1”. Se fosse retrocessa immediatamente, la storia della Dinamo forse sarebbe andata diversamente. A posteriori, fu proprio quello il primo mattone dello scudetto. Anche se, conoscendo il coach marchigiano, farà di tutto per rovinare la festa. Cremona lo scorso anno è stata una sorpresa, adesso vuole anche fare un passo in più: salvezza il prima possibile e poi assalto ai playoff. Non aspettiamoci niente di diverso da una squadra arrembante, già in forma e con una gran faccia tosta. Le suggestioni spariranno in fretta, sono due punti veri da prendere.

Banco da scoprire. La Supercoppa ha lasciato intravedere qualcosa di quello che sarà il nuovo Banco. La rivoluzione non è stata fatta con gli occhi bendati, il nuovo gruppo ha un suo senso logico: correggere i punti deboli e aggiungere qualcosa di nuovo. Tradotto, significa che probabilmente non si rischierà l’infarto quando qualcuno ha la palla in mano. D’altra parte, meno imprevedibilità significa anche la necessità di avere meccanismi funzionanti in attacco, si inventerà di meno ma le situazioni dovranno essere costruite meglio. In più c’è la sensazione che questa squadra sia in grado di esprimere un’intensità fisica e atletica addirittura maggiore. In Supercoppa è mancato qualcosa, non solo l’ultimo tiro, oggi si va in campo con una settimana intera di allenamenti alle spalle e potrebbe fare la differenza, soprattutto pensando a gente come Alexander e Stipcevic che ha perso, o quasi, il precampionato per motivi diversi.

L’idea biancoblù. L’ha espressa ieri il coach Meo Sacchetti. In questo gruppo c’è comunque una maggiore propensione alla difesa, bisogna imparare a trasformarla in energia per l’attacco. Con una novità: se non sarà possibile andare subito in contropiede, allora pronti alle sportellate contro la difesa schierata. La differenza principale rispetto all’anno scorso, quando in certe partite vedere tre passaggi di fila era quasi un avvenimento eccezionale, dovrebbe essere questa. Sempre tenendo presente che fin quando sulla panchina della Dinamo ci sarà Meo Sacchetti, il canovaccio sarà sempre lo stesso. E anche senza sbandare verso l’abbuffata di uno contro uno (e a volte anche uno contro cinque) del folle gruppo che ha vinto lo scudetto, questa è una squadra di grandi atleti capaci di aggredire la partita e divertire. L’importante è anche non avere aspettative immediate pur sapendo che lo scudetto impone alcuni obblighi, uno dei quali è quello di essere sempre all’altezza della situazione. Perché forse la squadra da battere è Milano, quella più ricca e blasonata. Ma la squadra che tutti vogliono battere è sempre quella con lo scudetto.

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