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La giornata magica di Fabio Aru: «Ho realizzato un grande sogno»

La giornata magica di Fabio Aru: «Ho realizzato un grande sogno»

Il campione villacidrese esulta sul podio di piazza Cibeles a Madrid sventolando i quattro mori «Sono molto emozionato e felice, dedico questa vittoria alla mia fidanzata e ai miei compagni»

14 settembre 2015
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MADRID. Anche il ciclismo dice la sua nella festa no limits dello sport azzurro che in questo bellissimo settembre fa festa nel basket, nel tennis e nel ciclismo appunto. Lo fa con il sorriso luminoso, quasi imbarazzato tanta è la gioia che esprime, di Fabio Aru, il corridore di Villacidro che ha vinto da trionfatore la Vuelta, il Giro di Spagna, giunto quest'anno alla 70ma edizione.

Sul podio in Plaza de Cibeles, uno dei simboli di Madrid, ha sventolato la bandiera sarda dei quattro mori, che si è messa sulle spalle con orgoglio durante l'inno di Mameli, che ha ascoltato con una mano sul cuore, canticchiando qualche verso. Poi è arrivato anche il tricolore, mentre i due bambini di Purito Rodriguez sul secondo gradino del podio col padre, si divertivano da matti.

«Ho realizzato un sogno e sono molto emozionato e felice – ha detto Aru dopo la premiazione –, ringrazio i miei compagni che hanno creduto in me e mi hanno aiutato fino all'ultimo, abbiamo fatto un gioco di squadra molto bello. Dedico la vittoria alla mia famiglia, alla mia ragazza e ai compagni»

. Poi il campione di Villacidro si lascia andare a uno spot per il ciclismo. «E’ un bellissimo sport, noi cerchiamo di dare sempre il massimo. Spero che questa vittoria faccia avvicinare al ciclismo altri appassionati».

Nella domenica di Valentino Rossi sempre più leader iridato in Motogp e del titolo mondiale vinto dalle ragazze della ginnastica ritmica, della vittoria dell'Italbasket che vola ai quarti degli europei, l'azzurro che corre per l'Astana, squadra kazaka che guarda caso veste una divisa azzurra, ha vinto da vero trionfatore in quella che ormai è considerata la terza più importante corsa a tappe dopo il Tour e il Giro d'Italia: sabato è andato con rabbia a riprendersi con gli interessi i 6 secondi che lo distanziavano dal capoclassifica, l'olandese Tom Dumoulin.

Negli ultimi 50 chilometri verso Cercedilla, l'italiano ha messo alle corde il rivale e gli altri uomini di classifica. Un colpo decisivo, mortale per i rivali. «Solo dopo il traguardo – ha commentato il campione sardo – ho cominciato a capire cosa avevo fatto».

Nella passerella finale, tutta in onore del nostro campione, la tappa conclusiva è andata al tedesco John Degenkolb. L'impresa del 25enne sardo fa felice l'Italia e la Sardegna, che non ha mai avuto uno sportivo così in alto da solo, e consacra un atleta salito già due volte sul podio del Giro (terzo nel 2014, secondo invece quest'anno dietro un campionissimo come Contador) e che aveva fatto vedere tante buone cose, sempre al servizio del suo capitano Vincenzo Nibali.

Fabio Aru in cima alla Vuelta ha anche salvato la stagione dell'Astana che finora era andata così così rispetto alle attese, con Nibali sfortunato al Tour de France, e poi fatto fuori in Spagna da giudici troppo severi. Sulle spalle del giovane sardo sono così finite le attese e le speranze dei tifosi italiani orfani dello squalo messinese, e quelle del suo team a corto di risultati. Aru ha accontentato tutti, ed è andato davvero oltre ogni più rosea aspettativa. Il suo duello a distanza con Dumoulin e con lo spagnolo Rodriguez (alla fine giunto secondo; terzo il polacco Majka) ha esaltato gli appassionati, tutti lì, fino all'ultimo metro, a guardare cronometri e contare secondi.

Fabio Aru s'è dimostrato freddo in gara, attento a dosare le energie, calmo anche di fronte alle scorrerie dei rivali. Soprattutto ha avuto dalla sua un grande gioco di squadra della Astana. Il corridore di Villacidro è uscito definitivamente dal cono d'ombra di Nibali, e le strade dei due a questo punto sono destinate a separarsi. Il ciclismo azzurro ha trovato infatti un nuovo campione. Che ora potrà volare da solo a caccia di nuovi successi prestigiosi: i due podi conquistati al Giro d’Italia., confermano insomma che questa Vuelta non può essere che l’inizio di una strepitosa avventura sportiva.

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