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Acqua, sabbia e canestri Così la Dinamo si prepara

di Mario Carta
Acqua, sabbia e canestri Così la Dinamo si prepara

Serie A di basket. Matteo Boccolini è soddisfatto: «E’ un ottimo gruppo»

30 agosto 2015
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SASSARI. Piscina e sabbia, e anche se quella dei giocatori della Dinamo non è propriamente una vacanza, così il lavoro nel ritiro precampionato diventa un po’ meno pesante.

Sono acqua e sabbia due degli attrezzi ginnici che Matteo Boccolini, preparatore atletico dei campioni d’Italia di basket, utilizza in questo periodo di attivazione dei singoli e del gruppo, un gruppo da portare subito a pieno regime perché si farà subito sul serio con Supercoppa italiana a fine settembre e dopo una sola settimana campionato e Eurolega in abbinata.

Il ritiro al Geovillage di Olbia è al giro di boa della prima settimana. Quali sono le sensazioni, com’è il polso dalla sua posizione di primo contatto con la nuova stagione?

«Sono sensazioni buone. Ci stiamo conoscendo sia dal punto di vista fisico che caratteriale e relazionale e le sensazioni sono tutte positive. Ovvio che tutto va testato sotto stress, nei momenti di difficoltà e quando gli impegni si faranno più gravosi, ma i nuovi sono dei bravi ragazzi e soprattutto sono disponibili al lavoro che proponiamo, per loro nuovo. Anche se sono professionisti navigati sono curiosi per la sabbia, l’acqua e altro ma c'è fiducia, si fidano e questo è fondamentale. Si lavora in maniera piacevole, a volte ci si diverte anche e sorride perfino David Logan».

Avete scollinato?

«Non abbiamo mai picchi di lavoro particolari, questa settimana dal punto di vista del lavoro fisico è stata la più impegnativa ma la risposta è soddisfacente, anche grazie al lavoro dei medici Cuccuru e Manunta e del posturologo Alessandro Meloni. Il lavoro d’equipe è fondamentale per per capire che tipo di... macchina abbiamo tra le mani. Il nostro lavoro comunque è sempre graduale, puntiamo alla prevenzione e tutto procede per il meglio grazie anche a Stefano Sardara e alla struttura che ci ha messo a disposizione, al top. Poi, non abbiamo fretta, lavoriamo con scrupolo per rendere efficiente la macchina-Dinamo».

Qualche problema di adattamento per i giocatori?

«Forse gli americani nei primi giorni hanno risentito del jet-lag ma qui ci sono le condizioni ideali per lavorare, e avere la mente lucida e riposata è fondamentale per rendere al meglio. Poi, serve una grande collaborazione e come noi stiamo conoscendo i giocatori, così i giocatori stanno imparando a conoscere noi».

La soddisfazione è reciproca.

«Non solo, stiamo esportando la nostra tipologia di allenamento. Questa estate mi hanno chiamato diversi colleghi dal continente ma anche dall’estero per saperne di più sul lavoro che facciamo con sabbia e acqua. E’ una soddisfazione, vuol dire che la Dinamo produce valore aggiunto anche in questo campo».

A proposito di acqua, qualcuno ha avuto problemi?

«C’è mezza squadra che non sa nuotare, le prime sedute sono stati corsi di nuoto più che condizionamento fisico e il giapponese (1.67 di altezza, ndr) non tocca, Simone Unali lo controlla a vista».

L’anno scorso era rimasto colpito sin dall’inizio dalle qualità esplosive di Sanders. Quest’anno?

«E’ una squadra diversa, nessuno spicca sugli altri ma tutti sanno o possono fare di tutto. Non avremo picchi particolari, insomma, ma una media atletico-fisica molto alta, senza lacune particolari. E’ comunque un gruppo buonissimo dal punto di vista a fisico e atletico e mi trovo in difficoltà a segnare un giocatore in particolare».

Subito la Supercoppa, subito campionato ed Eurolega., Dovrete essere in palla sin dall’inizio.

«Con Meo Sacchetti e il suo staff è il primo obiettivo che ci siamo posti. Lavoriamo sui singoli per garantire un alto rendimento del gruppo. Mantenere la condizione al massimo per dieci mesi è impossibile, l’obiettivo è un rendimento medio-alto costante, ed evitare gli infortuni. L’anno scorso l’abbiamo beccata bene, riuscendo a far coincidere la resa di singoli e collettivo, vedremo di ripeterci».

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