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Formenti: «Vorrei restare nel bel mondo-Dinamo»

di Mario Carta
Formenti: «Vorrei restare nel bel mondo-Dinamo»

L’esterno arrivato in novembre da Brindisi è stato decisivo, e vorrebbe rimanere «Meo infonde fiducia, Sardara sa dosare bastone e carota. Io? Posso dare tanto»

07 luglio 2015
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SASSARI. Fermate tutto, non voglio scendere. Dopo lo scudetto la Dinamo ha fatto un breve stop ed è già al «go». Giocatori in vacanza, sì; americani tutti a casa, certo; ma dirigenti e tecnici sono già lì fra tavolo e telefonini a pensare al nuovo roster.

In Sardegna si è fermato anche Matteo Formenti. La doverosa presenza al camp Dinamo, un tuffo al mare, un salto nella sua Desio per riabbracciare amici e famiglia e poi di nuovo nell’isola. L’esterno prelevato in novembre da Brindisi è stato una delle chiavi della Dinamo del triplete, ma adesso nelle chiacchiere da basketmercato casereccio si parla di lui come di uno che vorrebbe tornare in Lombardia. E’ la prima cosa che Matteo Smentisce:

«Mi sto godendo un po’ di vacanza dopo tanta fatica, giusto, ma non è vero che per giocare voglia riavvicinarmi a Desio. Anzi, la mia priorità resta la Dinamo, per l’anno che è stato, per come sono stato trattato, per il rapporto che ho avuto con l’ambiente: dal presidente allo staff tecnico a tutto quello che c’è intorno, quello che io chiamo il mondo Dinamo».

Lei ha ricordato a tutti che per essere vincenti non serve essere superuomini.

«Sì, sono una persona normale, l’importante è farsi trovare pronti. Lo ricordo ancora, a novembre ero sul divano e ora ho lo scudetto. Sapevo che arrivavo in una squadra lunga, con undici giocatori tutti in grado di reggere il campo, sapevo che mi sarei dovuto far trovare pronto e che alla fine il mio momento sarebbe arrivato. Ho stretto i denti in allenamento e alcune coincidenze favorevoli mi hanno portato ad avere tanto spazio, spazio che guardando a posteriori penso di aver sfruttato al meglio. Sono orgoglioso di quello che ho fatto, sono contento e felice».

Scudetto: l’avrebbe mai detto?

«No, assolutamente. E’ il sogno di ogni giocatore e vincerlo è estremamente difficile. Per questo porta tanto orgoglio. Faccio ancora fatica a razionalizzare».

Spiccava su tutti, nella festa in piazza con quella parrucca tricolore.

«Dei ragazzi ci hanno fermato sulla Olbia-Sassari, gliel’ho chiesta, e sono stato felice di sfoggiarla»

Il più bel momento della sua stagione.

«Non c’è un momento personale ma quello del gruppo, e sono tanti. Per quanto riguarda me, il periodo fra novembre e gennaio quando ho giocato tanto, e sicuramente il fine settimana di Desio in Coppa. Le difficoltà non sono mancate ma siamo stati bravi a superarle. Meo dà molta tranquillità e Stefano sa come utilizzare bastone e carota. Riescono a guardare in positivo, e a mantenere sempre l’ambiente come quello di una famiglia unita».

C’è ancora spazio per formenti alla Dinamo?

«Tutto il mondo Dinamo sa quello che posso dare, come sono e come lavoro, spero di avere la possibilità di continuare».

Ha legato con qualcuno in particolare?

«Conoscevo già JD e Todic e questo mi ha aiutato a inserirmi, nonostante arrivare in corsa in un gruppo non è come esserci dall’inizio».

Tanta Sardegna, adesso.

«Soprattutto con i camp della società, ci teneva la Dinamo e ci tengo io, lavorare con i giovani mi piace».

La sua Sardegna, prima e dopo il mondo Dinamo.

«La conoscevo già per le tante vacanze che ho fatto, ora ho imparato cosa c’è dietro. Della Dinamo si parlava bene ovunque, ma viverlo dall’interno è stato magico».

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