La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Cagliari
calcio serie a

Il Cagliari ci crede, ma serve l’en plein

di Roberto Muretto
Il Cagliari ci crede, ma serve l’en plein

I rossoblù devono vincere le ultime 4 gare della stagione per sperare nella salvezza, a cominciare dalla sfida con la Juve

06 maggio 2015
2 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A CAGLIARI. «Teniamo acceso il lumicino più a lungo possibile». Gianluca Festa non si fa illusioni ma finchè la matematica consente di sperare, l’allenatore del Cagliari tiene alta la tensione. La facile vittoria sul Parma ha ricaricato le pile di una squadra tornata da Verona con le gomme sgonfie. Credere nella salvezza (data a 13 dai bookmakers) è un dovere, evitando di guardare la classifica e il calendario. I rossoblù sanno che per riuscire nell’impresa devono provare a vincerle tutte e sperare che l’Atalanta abbia un crollo. Recuperare sei punti in quattro gare è complicatissimo ma nel calcio non è mai detta l’ultima parola.

Ultimo sprint. Il Cesena è ormai tagliato fuori. Manca solo la certezza matematica per certificare la retrocessione. Il Cagliari giocherà sabato a Torino contro una Juventus che avrà la testa rivolta alla Champions League. Questo non significa che i bianconeri faranno sconti ma è possibile che non andranno in campo con la solita determinazione e cattiveria agonistica di sempre. L’Atalanta sarà invece impegnata a Palermo. All’andata un pirotecnico 3-3 e qualche momento di tensione. Iachini, mister dei rosanero, ha detto che domenica vuole i tre punti. Se il Cagliari dovesse fare un “miracolo” a Torino, la pressione sarebbe tutta sulle spalle dei bergamaschi.

Spirito di gruppo. Lo spogliatoio rema compatto nella stessa direzione. Non ci sono spaccature. Il merito è di Festa, abile ad entrarci in punta di piedi, trasmettendo serenità, convincendo i giocatori che l’impresa è possibile. Il limite del Cagliari è la continuità di rendimento e di risultati. Un esempio la grande prestazione di Firenze e la brutta figura col Chievo tre giorni dopo. Ora che è necessario fare percorso netto, allo Juventus Stadium bisognerà giocare come contro la Fiorentina, sperando, come ha detto Donadoni a chi gli chiedeva come si batte la squadra dell’ex Allegri, che non siano troppo arrabbiati.

Il cammino dei nerazzurri. Anche se Festa continua a dire «noi guardiamo a casa nostra», è scontato che il Cagliari deve sperare nei passi falsi della formazione di Reja. Dopo Palermo, i nerazzurri ospiteranno il Genoa, in corsa per un posto nell’Europa League, poi la trasferta a Verona col Chievo. E’ presumibile che i veneti non vogliano salutare i propri tifosi con una sconfitta. L’ultima sarà in casa col Milan di Inzaghi che non può continuare a prenderle un po’ da tutti se vuole salvare la faccia.

Porta inviolata. Il Cagliari col Parma non ha subito gol. Non succedeva dalla gara di andata con i ducali. Un altro dei limiti della formazione isolana che ha una delle peggiori difese del campionato. Chissà che un ex difensore come Festa non abbia trovato il modo per abbassare la saracinesca.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative