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Meo Sacchetti, il coach che divide i tifosi

dall’inviato
Meo Sacchetti, il coach che divide i tifosi

Discussioni tra quelli ai quali non piace il suo gioco e chi lo difende ma per la società è un punto fermo

17 dicembre 2014
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TRENTO. Lunedì notte era uno dei più sconvolti, del resto un allenatore può anche mettere nel conto di perdere male una partita e rosicare per una settimana, ma vedere la squadra che non reagisce e si fa schiacciare in testa dodici volte da una neopromossa è un’esperienza che segna.

Meo Sacchetti in sala stampa è arrivato trafelato, già non vedeva l’ora di finire una conferenza della quale avrebbe fatto volentieri a meno. Adesso il partito “anti-Meo” si è ulteriormente rafforzato, rispuntano le critiche che sempre gli vengono mosse: poca difesa, poca organizzazione di gioco, poca attenzione ai particolari. Ci sono anche quelli che lo difendono, perché comunque stiamo parlando del coach che ha preso la Dinamo in Legadue e l’ha portata in Serie A disputando quattro volte su quattro i playoff scudetto e vincendo Coppa Italia e Supercoppa. Di sicuro i suoi detrattori per adesso non avranno il suo scalpo: «Meo, a dispetto di tutto, è molto più “Dinamo dentro” di molti di noi» è la frase con la quale Stefano Sardara ha liquidato il discorso. Tempo fa, lo stesso Sardara aveva detto che nessuno è intoccabile ma Meo non è solo il coach, è anche uno dei perni del progetto Dinamo 2018 e non a caso il suo contratto scade proprio in quell’anno.

Fatta chiarezza su questo punto, Sacchetti non è infallibile e non può non avere responsabilità se la squadra gioca male. Senza entrare nei dettagli tecnici, in questo momento la Dinamo è davvero una squadra senza identità e questo era stato invece uno dei punti forti delle squadre di Meo nel bene e anche nel male. E lui, anche nelle sconfitte, aveva sempre tenuto tantissimo a sottolinearlo. Per il resto stiamo parlando di un allenatore che, quando lo prendi, devi accettarlo in tutto e per tutto. Anche perché lui è intellettualmente onesto e non cerca di apparire diverso da quello che è, va apertamente controcorrente non si propone nemmeno come un grande scienziato. Farà sempre quel tipo di basket, al quale ogni anno cerca di apportare qualche aggiustamento . Se lo prendi è così, se ti piace un altro genere di pallacanestro meglio cambiare allenatore. A Luciano Mele prima e a Stefano Sardara adesso Meo Sacchetti piace, lo hanno sempre difeso, sono stati ripagati con grandi vittorie. Tra l’altro le squadre di Meo hanno sempre avuto la capacità di risollevarsi dai periodi più bui e trasformarli in oro: in Legadue, per esempio, e in Coppa Italia lo scorso febbraio. Potrebbe succedere anche adesso, subito dopo la peggior partita giocata dalla Dinamo durante la sua gestione.(r.s.)

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